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50 anni di 'Fantozzi', Anna Mazzamauro: "Sono grata a Villaggio, ma non sarò alla festa"

Il 27 marzo torna nelle sale il primo film sul ragioniere diventato 'cult' nel 1975

Fantozzi e la signorina Silvani
Fantozzi e la signorina Silvani
26 marzo 2025 | 13.11
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"A Paolo Villaggio devo la mia riconoscibilità, gli sarò per sempre riconoscente, anche se non eravamo amici. La gente per strada mi riconosce soprattutto grazie a Fantozzi e questo per un attore o un’attrice è molto importante, ancora mi chiedono di dire ‘merdaccia schifosa’ o di fare il labbruccio". Così all’Adnkronos Anna Mazzamauro, iconica interprete della signorina Silvani, in un'intervista in occasione del ritorno nelle sale del primo 'Fantozzi', a 50 anni dall’uscita. Il 27 marzo del 1975 fece infatti il suo ingresso nel mondo del cinema il ragionier Ugo Fantozzi, dal volto serio e dalla camminata a tratti sgraziata. Un antieroe, entrato subito nell’immaginario collettivo con il volto di Paolo Villaggio, che si fa portavoce dei vinti, degli sfruttati e degli umiliati. Per celebrare i 50 anni, il 27 marzo al cinema Barberini di Roma ci sarà la proiezione speciale del film con tanti ospiti. Tra i tanti, Elisabetta Villaggio (figlia di Paolo), Emanuele Salce (figlio del regista e sceneggiatore del film Luciano Salce), Plinio Fernando (interprete di Mariangela, la figlia di Fantozzi) e Fabio Frizzi (autore della colonna sonora). Grande assente sarà proprio Anna Mazzamauro, che non potrà partecipare all’evento “perché impegnata con la tournée teatrale". Ma, a quanto apprende l’Adnkronos, dietro la sua assenza ci potrebbe essere qualche dissapore con la famiglia di Villaggio, che avrebbe chiesto all’attrice di cambiare il titolo del suo spettacolo da ‘Com'è ancora umano lei, caro Fantozzi’ ad 'Annarcord' (per parafrasare il film di Fellini, 'Amarcord').

"Io e Paolo non eravamo amici, ci incontravamo solo sul set”, un giorno "gli ho chiesto: 'come mai dopo tanti anni non siamo riusciti a diventare amici?'". Villaggio "non so se fosse serio o ironico mi rispose 'perché io frequento solo gente ricca e famosa’. Avrei voluto mandarlo a fan**lo, ma non l’ho fatto". I due non hanno mai avuto un rapporto fuori dal set, ma sullo schermo hanno creato qualcosa che ha segnato una pietra miliare della storia del cinema italiano. Lui il goffo ragionier Fantozzi che pendeva dalle labbra della ‘rossa’ dalla bellezza atipica, lei, la signorina Silvani, che gli aveva fatto perdere la testa. Un amore non contraccambiato, ma che la Silvani utilizzava per ottenere favori. "Questo personaggio per me è stato croce e delizia", dice Mazzamauro, "delizia per la riconoscibilità, croce perché per anni sono stata riconosciuta solo come la signorina Silvani e questo mi ha impedito di interpretare, per esempio, Medea in teatro. Altrimenti avrei dovuto dire a Giasone 'lei è una merdaccia schifosa'", ricorda con ironia l’attrice. La signorina Silvani, una donna senza scrupoli, sola e infelice. Ma diventata un simbolo per molte donne: "È un personaggio attualissimo, lei era sexy, autentica e non seguiva i canoni di bellezza imposti dalla società. Al contrario di oggi che in molte si rivolgono al chirurgo perché hanno poco da dire dentro e allora pensano al fuori, spesso tutto omologato".

L'attrice si dice "intelligente e atipica" coma la Silvani. Caratteristiche alle quali deve i traguardi più importanti della sua carriera, come aver accettato questo ruolo. "Salce (il regista, ndr.), con il quale avevo già lavorato in teatro, cercava un’attrice bravina ma bruttarella. E si è ricordato di me", ride. Per il primo incontro con Salce e Villaggio "mi sono fatta una pettinatura tipo cocomero, poi ho messo un vestito rosso e stretto con calze a rete e tacchi a spillo. Quando ho aperto la porta della stanza, Salce mi ha detto ‘Anna perdonami, ti ricordavo più brutta'". A questo punto "è intervenuto Paolo che, dopo avermi guardata bene, mi ha detto 'la signorina Silvani è per Fantozzi la donna dei sogni, lui non può che sognare una donna così'", ricorda Mazzamauro.

"'Fantozzi' – dice - è un film senza tempo come la genialità di Paolo Villaggio, ancora dopo 50 anni stiamo ancora qui a parlarne", dice Mazzamauro, che di quel periodo rimpiange soprattutto "la giovinezza" e poi "i film di Fantozzi per la teatralità che hanno, ma non rimpiango quel cinema. Non mi piace il set, io sono una notturna e non amo svegliarmi la mattina presto" e, soprattutto, "sono un animale da palcoscenico, amo visceralmente il teatro", spiega Mazzamauro, che potrebbe però tornare presto sul grande schermo: "Non dico nulla per scaramanzia, ma quello che mi è stato proposto mi ha fatto svenire soltanto all’idea", conclude l’attrice, che in autunno tornerà in scena con un nuovo spettacolo: 'Brava, Bravissima. Anche meno'. (di Lucrezia Leombruni)

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