L'ex numero uno al mondo si è raccontato in una lunga intervista, toccando temi di campo e non solo
Per Novak Djokovic, Jannik Sinner è sinonimo di... sci. Il serbo, ex numero 1 del mondo, non pensa al tennis quando sente nominare l'azzurro, attuale re dell'Atp. Una battuta o una frecciata? Nell'intervista a GQ, il fuoriclasse di Belgrado si sofferma su una serie di temi, compreso quello del ritiro: a quasi 38 anni, quanta benzina c'è ancora nel serbatoio?
"Ritiro? Penso più al come che al quando. Sul quando, non ci penso ancora così intensamente. Come vorrei chiudere? Immagino che se dovessi iniziare a perdere troppe volte, ad avvertire un divario sempre maggiore con gli avversari e ad avere più difficoltà a superare i veri ostacoli negli Slam, probabilmente la farei finita. Al momento, però, sto bene e continuo ad andare avanti", dice.
Il 37enne serbo trova una parola per ognuno dei suoi rivali. "Roger Federer? Eleganza. Rafael Nadal? Tenacia. Carlos Alcaraz? Carisma. Jannik Sinner? Sci". Djokovic non ha nascosto il rispetto per Nadal: "Il più intimidatorio? Ti rispondo Nadal. Era famoso per questo".
Djokovic, vincitore in carriera di 24 Slam, parla poi della sua espulsione dall'Australia del 2022, per non aver accettato il vaccino contro il Covid. "Si trattava di una questione politica. Non aveva nulla a che vedere con il vaccino, il Covid o qualsiasi altra cosa. Era solo politica. I politici non sopportavano la mia presenza. Per loro, era meno dannoso mandarmi via. Rientrato a casa, ho avuto dei problemi di salute. E mi sono reso conto che in quell’hotel di Melbourne mi hanno dato del cibo tossico. L’ho scoperto appena sono tornato in Serbia. Non l’ho mai rivelato a nessuno pubblicamente. Dalle analisi è venuto fuori che avevo in corpo un livello di metallo pesante davvero alto, c’erano piombo e mercurio. Ero decisamente malato. Sulle prime sembrava un’influenza, una banale influenza. Tuttavia, nei giorni successivi, quello che pensavo essere un male passeggero mi ha debilitato. Ho avuto diverse ricadute, finché sono stato costretto a sottopormi a una serie di esami tossicologici".
Sul vaccino Covid, Djokovic spiega: "Non sono a favore dei vaccini. Non sono anti-vax. Sono un sostenitore della libertà di scegliere ciò che è giusto per te e il tuo corpo. Perciò, non credo sia corretto che qualcuno possa negarmi il diritto di scegliere cosa introdurre nel mio organismo. Sono una persona sana, mi prendo cura di me stesso, sto sempre attento alle mie esigenze di salute e sono un atleta professionista. E proprio perché sono un atleta professionista, sono estremamente cauto su cosa assumo e mi sottopongo regolarmente a esami, analisi del sangue e a qualsiasi altro tipo di controllo. So esattamente cosa sta succedendo. Perciò, non ho sentito il bisogno di farlo. Questo non significa che per me fosse ininfluente sapere di non essere un pericolo per gli altri. Non lo ero, avevo gli anticorpi".