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Cucinotta: "Dopo 'Il postino' scappai negli Usa". L'attrice in sala con 'Il meglio di te'

"Mi chiamavano 'la miracolata', 'la vedova', furono poche le persone che mi sostennero. Oliver Stone si inginocchiò davanti a me"

Maria Grazia Cucinotta
Maria Grazia Cucinotta
06 novembre 2023 | 16.14
LETTURA: 6 minuti

''Ho fatto uno dei film più belli della storia del cinema italiano. Poi però c’è stata l’invidia degli italiani che invece di dire 'ok brava' trovarono il difetto, così me ne andai in America. Verso di me c'erano tanti pregiudizi, mi chiamavano 'la miracolata', 'la vedova', furono poche le persone che mi sostennero''. E' quanto racconta Maria Grazia Cucinotta in una intervista in esclusiva all'Adnkronos, ricordando gli anni di successi dopo che recitò ne 'Il postino', il film con Massimo Troisi che la rese celebre nel mondo. Il 9 novembre arriva nelle sale 'Il meglio di te', il nuovo film che la vede protagonista insieme a Vincent Riotta nella pellicola diretta da Fabrizio Maria Cortese. "Massimo Troisi era 'Il postino' per il suo stile di vita - ricorda l'attrice - era esattamente come lo vediamo nel film. Amavo il suo humor, faceva ridere davvero tanto. Era un uomo di una semplicità disarmante. Durante le riprese del film ha avuto la pazienza di mettersi accanto a me, leggemmo insieme il copione e mi spiegò passo dopo passo cosa è il cinema perché io non ne sapevo nulla. Ha avuto la pazienza di trasformare i miei difetti in qualcosa di 'unico', come amava dire lui''.

''All'inzio della mia carriera - prosegue la Cucinotta - ero dislessica, timida a causa del mio forte accento siciliano e avevo gli attacchi di panico. Non tutti hanno la pazienza di immedesimarsi e capire la situazione. Dopo 'Il postino' la mia strada fu tutta in salita. Cosa potevo volere di più dopo avere recitato in un film che aveva ottenuto 5 nomination all’Oscar di cui uno vinto? Oliver Stone si inginocchiò davanti a me e mi prese le mani, ricordo che mi parlò del film in inglese nonostante io non capissi niente''. Sul suo ritorno sul grande schermo la Cucinotta parla del suo nuovo film: ''E' una storia che racconta di amore a 360 gradi e nella quale tutti si possono identificare'', spiega l'attrice. Nelle sale dal 9 novembre la pellicola, prodotta da Orange Pictures, Golden Hours Film, Sirio Studios con Rai Cinema e diretta da Fabrizio Maria Cortese racconta la storia di ''un amore bellissimo che poi si frantuma a causa di un tradimento - continua la Cucinotta - le strade dei due protagonisti quindi si dividono e i due vivono la loro vita fatta di rimpianti e di rabbia perché quando pensi di avere trovato l’amore assoluto, quello della tua vita, ti affidi completante all’altra persona e quando tutto improvvisamente crolla senti quel vuoto che cerchi di colmare anche con altre storie di amore''.

Il film racconta le vite di Nicole (Maria Grazia Cucinotta), donna brillante, e di Antonio (Vincent Riotta), una coppia che si ama intensamente e che prima di arrivare al ''vissero per sempre felici e contenti'' vede il proprio mondo frantumarsi in mille pezzi. L’ inevitabile separazione dura qualche anno e traccia un confine molto netto tra le loro vite. Ma il destino ha spesso una trama nascosta da tirare fuori al momento più opportuno per ribaltare piani, scompaginare progetti e per far ritrovare coloro che si sono smarriti. È una storia semplice che appartiene a tutti noi - dice ancora la Cucinotta - è un vero e proprio percorso di vite fatto di emozioni fortissime. Quando l’ho letta stavo attraversando anche un periodo molto difficile della mia vita, c’era mio suocero che stava morendo, quindi l’ho letta in modo molto superficiale ma mi colpì molto. Poi ho incontrato Fabrizio (Maria Cortese, ndr) che è una persona talmente empatica e scherzosa che mi ha messa subito a mio agio, per questo ho accettato anche se non avevo capito bene la storia''.

L'attrice afferma che la sua esperienza sul set de 'Il Meglio di te' è stata ''perfetta, non avrei mai voluto che le riprese finissero - rivela - abbiamo girato prima a Maratea e poi ci siamo trasferiti a Rifreddo, in provincia di Potenza, che è una località situata su una montagna molto isolata dove c’era solo l’albergo e la villa in cui giravamo il film. Eravamo completamente isolati, in mezzo al nulla, per cui ci siamo ritrovati tutti insieme vivendo grandi emozioni. Mi sembrava di stare all’interno di una bolla di emozioni che non avevo mai provato prima. Riguardavamo continuamente il film, piangevamo e ridevamo, è stato un vero e proprio percorso psicologico un po’ per tutti''.

''Ho pianto molto e dopo 37 anni di carriera è stato strano - ammette - non pensavo che mi sarebbe venuto il magone di lasciare quello che per me è stato il set perfetto, non avrei mai voluto che le riprese finissero. E' una storia nella quale mi sono immedesimata moltissimo con le paure di quello che una donna non vorrebbe mai vivere''. Nel cast, tra gli altri, anche Daphne Scoccia (Sara), Anita Kravos (Paola), Simone Montedoro (Simone) e Giusy Merli (Mimì). A firmare la colonna sonora del film è Giusy Ferreri con l'omonimo brano 'Il meglio di te'.

La Cucinotta che per anni ha vissuto a Los Angeles rivela alcuni aneddoti sulla sua esperienza accanto ai grandi attori di Hollywood. Esperienza che non fu facile, spiega, ''gli americani sono precisi ma anche molto più freddi di noi - spiega l'attrice - non hanno la stessa empatia che abbiamo in Italia. All’epoca recitavano solo tra loro e io ero una estranea. Già se avevi un accento diverso non ti accettavano. Recitare in inglese è stata molto dura'', ammette la Cucinotta che ricorda la sua esperienza ''molto difficile'' sul set di 'Just One Night' (2000) diretto da Alan Jacobs, con Timothy Hutton. ''Abbiamo girato per cinque settimane a San Francisco di notte, io non parlavo ancora bene l'inglese e avevo un phonetic coach che mi faceva studiare cinque ore al giorno, per cui io non dormivo mai. Il regista era di quelli un po' Psyco - scherza l'attrice - un giorno la pensava in un modo e il giorno successivo cambiava totalmente idea. Anche gli attori americani, devo confessare, che quando gli prende male, rompono parecchio'', rivela.

Sul perché non abbia inseguito il 'sogno americano' la Cucinotta dice di averlo fatto per amore: ''Me ne sono andata via da Los Angeles perché ero rimasta incinta e mio marito (l'imprenditore e produttore cinematografico Giulio Violati, ndr) non si sarebbe mai trasferito in America. Contemporaneamente, mia figlia Giulia è nata il 9 settembre, c’è stato il crollo delle Torri Gemelle e da allora l’America è cambiata. E' quando accadono queste cose così importanti, come è stato anche il post Covid, che ti chiedi quali siano le priorità della tua vita''.

''Ho avuto la fortuna di avere successo molto giovane - ammette - a 24 anni ho girato il mio primo film e a 25 anni mi sono ritrovata a Los Angeles con gli Oscar. Sono rimasta incinta a 31 anni, per cui avevo già soddisfatto tutto il mio ego - scherza ancora la Cucinotta - per me 'il sogno americano' era solo quello di prepararmi. Quello che mi manca dell’America? La meritocrazia, eppure basterebbe gioire del successo degli altri e in Italia questo non avviene spesso''.

La Cucinotta non si è mai pentita di essere tornata a recitare in Italia: ''Il nostro cinema e i nostri attori non sono inferiori a quelli americani - sottolinea - In Italia non siamo secondi a nessuno. Basta guardare il successo che sta riscuotendo 'C’è ancora domani' di Paola Cortellesi. Spero che vinca l'Oscar. Sono molto felice per il successo della Cortellesi il suo è un film coraggioso e credo che sia da nomination all’Oscar, anzi spero che ne vinca tanti. La Cortellesi ha avuto il coraggio di fare un bel film ed è la dimostrazione che il talento non ha sesso. Mi auguro che lei arrivi agli Oscar e porti a Hollywood questa nostra Italia, fatta di storie semplici e di grandi emozioni'', conclude.

(di Alisa Toaff)

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