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Il padre gesuita: "Non sia solo apprendimento grammaticale ma anche approfondimento delle nostre radici culturali"
"Iniziativa interessante e lodevole". Così padre Antonio Spadaro, direttore di 'Civiltà Cattolica', definisce l'apertura da parte del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, all'insegnamento del Latino nelle scuole medie, con una delibera dei singoli collegi dei docenti. "Nel momento in cui ci muoviamo sempre più verso un sapere tecnologico, il fatto di essere più consapevoli delle radici della nostra cultura e della nostra lingue è un fatto assolutamente positivo", commenta il gesuita.
"Al di là dello studio - aggiunge padre Spadaro - è molto importante avere una consapevolezza linguistica, perché una cultura si esprime con un linguaggio. L'auspicio è che l'apprendimento del Latino, se sarà ripreso e potenziato dopo essere stato messo un po' da parte negli ultimi tempi, possa servire non a un semplice apprendimento grammaticale, ma a un approfondimento delle nostre radici culturali".
Tra l'altro, osserva il direttore di 'Civiltà Cattolica', "la lingua latina ha unito una porzione molto rilevante e significativa del mondo occidentale. Da questo punto di vista, approfondire una lingua classica che ha permesso di comunicare a una parte di umanità, pur con sensibilità molto diverse, è davvero importante. Infine, si entra anche nella bellezza stessa del Latino, con un gesto che è di cultura ma anche di amore".
(di Enzo Bonaiuto)