"Il blocco dei licenziamenti prevede il contributo integrale da parte dello Stato. Non potrebbe essere altrimenti, ma dovrebbe essere uno sforzo comune e solidale, invece non lo è". È quanto afferma all’Adnkronos, Jonathan Morello Ritter, presidente di Giovani Confapi, commentando la proroga del blocco dei licenziamenti a marzo 2021.
“Nel breve termine chi ci rimette sono ovviamente le imprese e poi i dipendenti privati che vedono comunque una riduzione significativa dello stipendio e un clamoroso ritardo nel pagamento – aggiunge Morello Ritter – nel lungo periodo ci perdono invece i giovani che si vedranno dover pagare un conto davvero salato”.
"Credo invece che tutti, indistintamente, compresi i dipendenti pubblici, i politici e i pensionati potrebbero, proporzionalmente ai tetti di reddito, contribuire in tal senso attraverso un contributo, così da ristabilire un’equità", conclude il presidente di Giovani Confapi.
"Nei mesi primaverili ed estivi le aziende hanno adottato protocolli che hanno funzionato. A settembre cosa è cambiato? Non di certo i giovani che si trovano alla sera, ci sono sempre stati anche a luglio e agosto", sottolinea ancora Morello Ritter, presidente di Giovani Confapi, commentando le nuove restrizioni previste dal governo per contenere l’epidemia di coronavirus. "O si interviene su scuola e trasporti o si fa finta di non capire dove sia veramente il problema – aggiunge Morello Ritter – ora si pensa di ridurre la capienza dei trasporti del 50%, ma sarà necessario capire quali saranno le risorse messe in campo per permettere alle persone di andare a lavorare".