"Non credo sia una misura opportuna e politicamente fattibile. Ed il rischio è che una proposta del genere possa indurre le persone in condizioni più difficili ad uscire dal lavoro, creando dei nuovi poveri. Perché quello che oggi può essere considerata una pensione appena adeguata, domani si rivelerà una pensione bassa". Così l'ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, commenta, conversando con l'Adnkronos, l'apertura del presidente dell'Inps Pasquale Tridico ad una flessibilità pensionistica che consenta di lasciare volontariamente il lavoro prima degli attuali 67 anni ma sottoponendo intero l'assegno al ricalcolo contributivo.
"Sotto il profilo finanziario questa proposta, ovviamente, considerato che opta per un calcolo interamente contributivo, non addossa oneri alla collettività nel senso che ciascuno prende la pensione che si è pagata con i propri contributi ma è chiaro però che comporterebbe pensioni molto più basse di quelle che i lavoratori si attendono", commenta ancora Fornero spiegando come la proposta si traduca in sostanza in una sorta di "Opzione donna" generalizzata a chi ha un'età maggiore dei 58 anni richiesti oggi alle donne per lasciare anticipatamente il lavoro.
"Offrire questa possibilità di pensionamento anticipato a tutti i lavoratori significherebbe sicuramente abbassare di molto il livello delle pensioni perché vorrebbe dire ricalcolare tutte le pensioni dall’inizio della propria carriera lavorativa, con riduzioni dunque molto forti negli assegni a venire. Il rischio è dunque che questa proposta possa indurre le persone in condizioni più difficili ad uscire, creando dei nuovi poveri. Perché quello che oggi può essere considerata una pensione appena adeguata domani si rivelerà una pensione bassa", ammonisce Fornero sicura anche del fatto che "nessuno di quelli che oggi sono al governo o lo supportano abbia in mente una idea interamente basata sul contributivo".
Per Fornero, la strada da imboccare per rilanciare il Paese e aumentare il potere d'acquisto dei lavoratori comunque è diversa e non contempla ulteriori modifiche al sistema previdenziale. "Dovremmo smettere di pensare sempre ad anticipare pensionamenti generalizzati e invece dovremmo concentrarci di più su come favorire il lavoro di tutte le persone che possono farlo, che si tratti di giovani, oggi precari, o donne, considerate sempre in secondo piano, o ancora di uomini non più giovani ma che hanno ancora la capacità di lavorare", conclude.