Dopo Bankitalia, anche il Fondo monetario internazionale rivede al ribasso le previsioni sulla crescita economica attesa per l'Italia nel 2019. L'aggiornamento del World Economic Outlook, appena diffuso a Davos, stima per il nostro Paese un Pil in crescita dello 0,6%, con un taglio di 0,4 punti rispetto al dato comunicato lo scorso ottobre. Confermata invece per il 2020 una crescita dello 0,9%. Alla base della revisione al ribasso, spiega il Fondo, la domanda interna più debole - "per via delle preoccupazioni sui titoli pubblici e sui rischi finanziari" - e l'aumento dei costi di finanziamento, con un livello di rendimenti di titoli di Stato che resta "elevato" anche se "è sceso dal picco toccato a metà ottobre dopo l'accordo sul bilancio raggiunto con la Commissione europea. Si tratta peraltro di un andamento - continua il WEO - che contrasta con quello dei rendimenti dei principali titoli di stato, con un calo particolarmente forte per quelli di Germania, Usa e Regno Unito.
Il Fondo Monetario Internazionale conferma per il 2018 una crescita mondiale del 3,7% ma taglia le stime per l'anno in corso a +3,5% per via anche degli "effetti negativi dell'aumento dei dazi" deciso da Usa e Cina. Nell'aggiornamento del World Economic Outlook il Fondo evidenzia fra i motivi del rallentamento - già emerso nell'ultimo trimestre 2018 - anche il peso della situazione in Italia, l'andamento del settore automobilistico in Germania e una contrazione dell'attività economica in Turchia più forte del previsto. E, guardando all'orizzonte di breve termine, per l'Fmi "i rischi alla crescita globale sono orientati al ribasso", con "l'escalation delle tensioni commerciali che resta una fonte primaria" di problemi. Fra le minacce anche una Brexit senza accordo e un rallentamento della Cina più forte del previsto.
SALVINI - "Italia minaccia e rischio per l’economia globale? Piuttosto è il Fmi che è una minaccia per l’economia mondiale, una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri" dice il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
DI MAIO - Se qualcuno pensa che con qualche dato si possa scoraggiare questo governo ad andare avanti sulla riforma delle pensioni con quota 100, sul reddito di cittadinanza, sul decreto dignità, si sbaglia. Indietro da uno stato sociale migliore non si torna" scandisce il vicepremier Luigi Di Maio.
TRIA - Alle previsioni del Fmi, "il mio commento è che il quarto rischio sono le politiche consigliate dal Fondo Monetario" Internazionale dice il ministro dell'Economia Giovanni Tria, in conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo a Bruxelles.
Nell'aggiornamento del World Economic Outlook si evidenzia anche che nel 2019 la crescita delle economie avanzate rallenterà al 2,0% dal 2,3% di quest'anno, per poi scendere ulteriormente all'1,7% nel 2019. E in questo scenario l'Italia si conferma fanalino di coda con il +0,6% e +0,9% stimato nel biennio 2019-2010. La stima vede un taglio di 0,1 punti rispetto alle previsioni di ottobre scorso e confermano l'andamento diseguale delle principali economie con una stima per il 2019 che va dal +2,5% degli Stati Uniti al +2,2% della Spagna per chiudersi appunto con il +0,6% dell'Italia. Netto il ribasso alla stima per il Pil tedesco nel 2019 rivisto da +1,9% a +1,3%. Nessun taglio, invece, alle previsioni per il Regno Unito che quest'anno dovrebbe crescere del l'1,5% e addirittura accelerare a +1,6% nel 2020. Ovviamente salve le ripercussioni di una eventuale Brexit senza accordo.
"Dopo due anni di solida espansione, l'economia mondiale sta crescendo più lentamente del previsto e i rischi aumentano" afferma il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde a Davos. "Significa che la recessione globale è dietro l'angolo? No. Ma il rischio di un declino più netto nella crescita globale è certamente aumentato" commenta Lagarde.