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Draghi: "Economia più debole del previsto"

(Afp)
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15 gennaio 2019 | 18.19
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"Gli sviluppi recenti dell'economia" nell'Eurozona " sono stati più deboli del previsto e le incertezze, in particolare connesse a fattori globali, restano prominenti. Quindi, non c'è spazio per abbassare la guardia; serve ancora un ammontare significativo di stimolo di politica monetaria, per sostenere l'ulteriore rafforzamento delle pressioni e gli sviluppi dell'inflazione nel medio termine". Così il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo nella sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo. "La nostra guidance sui principali tassi della Bce, rafforzata dal considerevole stock di attivi che abbiamo acquistato, continua a fornire il grado necessario di orientamento accomodante della politica monetaria, perché l'inflazione converga in modo sostenuto verso il nostro obiettivo", cioè vicina ma inferiore al 2%, dice Draghi.

"Siamo di fronte a una flessione o a una recessione? La risposta è no, è un rallentamento, che non va verso una recessione ma che potrebbe durare più di quanto previsto in precedenza" spiega. I fattori alla base del rallentamento dell'economia europea, continua, hanno a che fare principalmente con le "incertezze geopolitiche", che "mettono in questione i pilastri dell'ordine costruito dopo la Seconda Guerra Mondiale", come "l'Ue". Tutto questo "ha un costo", vale a dire una "minore fiducia" delle imprese e dei consumatori, cosa che si ripercuote negativamente sulle dinamiche dell'economia.

Durante la plenaria Draghi sottolinea poi che "l'indipendenza" della Bce in merito agli "strumenti" che può utilizzare per adempiere al proprio mandato è "fondamentale" per avere una "politica monetaria efficace, perché consente alla banca centrale di reagire agli choc rapidamente e in modo flessibile, specialmente in circostanze eccezionali".

"Oggi - rileva ancora - possiamo dire che l'Eurozona è emersa da una crisi così seria da minacciare, a tratti, la sua esistenza". "Ne siamo usciti - rimarca - prima di tutto per la resilienza, l'energia, la capacità imprenditoriale dei cittadini europei, come pure per la loro fiducia nell'impegno dei leader per l'euro".

Durante il dibattito di oggi nel Parlamento Europeo sull'euro, evidenzia, "sono stati fatti paragoni rispetto ad alcune parti del mondo, rispetto a come prima dell'euro il mondo fosse fantastico. Il mondo non era fantastico, per niente, prima dell'euro", e questo vale "specialmente per i Paesi che più si lamentano oggi dell'euro".

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