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Scanzi non ha diffamato Montesano, giudice archivia querela

L'attore aveva presentato querela dopo i giudizi sul suo comportamento contro le mascherine

Scanzi non ha diffamato Montesano, giudice archivia querela
10 febbraio 2022 | 14.16
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Il giornalista Andrea Scanzi non ha diffamato Enrico Montesano ma ha solo esercitato il diritto di cronaca pur avendo espresso un giudizio critico sul comportamento dell'attore romano quando le forze dell'ordine gli chiesero di indossare la mascherina. Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Arezzo, Claudio Lara, che ha archiviato la querela presentata dal popolare volto del cinema, della tv e del teatro alla Procura di Arezzo, città di nascita e residenza di Scanzi.

Nell'autunno del 2020, prima con un post sui social e poi con un articolo sulla versione online del "Fatto Quotidiano", Scanzi stigmatizzò quanto accaduto a margine di una manifestazione in piazza a Roma, in cui Montesano si era messo a battibeccare con due poliziotti perché non voleva indossare la mascherina. Gli agenti in borghese gli chiesero di indossare il dispositivo, cosa che Montesano fece maniera riluttante, dopo aver usato toni accesi per giustificarsi, dicendo, tra l'altro "La legge impone di andare a viso scoperto" e "Non riesco a respirare".

La scena del battibecco fu ripresa e il video finì in rete e il 13 ottobre 2020 Scanzi lo postò sul proprio profilo Facebook, commentando "Una baracconata patetica, puerile, mesta". Il 16 ottobre seguente sul "Fatto Quotidiano" online uscì un articolo a firma Scanzi in cui si parlava anche dell'episodio di Montesano commentando: "Non venite a piangere. Se chiuderemo tutto sarà anzitutto colpa di comportamenti sommamente deficienti come questo". L'11 novembre 2020 Montesano presentò querela contro Scanzi sentendosi diffamato anche perchè l'articolo era corredato da una foto dello stesso attore.

La richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura è stata accolta dal giudice Claudio Lara al termine dell'udienza preliminare. "La forma espositiva può far ricorso - spiega la sentenza - a toni aspri, polemici, al linguaggio figurato e a quello gergale purché tali modalità risultino proporzionate e funzionali all'opinione dell'articolista". Secondo il giudice anche le espressioni "indubbiamente offensive" purchè "considerato il contesto" esprimono "un mero giudizio critico negativo" essendo utili "alla finalità di disapprovazione". Per quanto le parole usate da Scanzi possano aver procurato "disagio" a Montesano, essendo "aspre e penetranti", appaiono "proporzionate e continenti". Quanto scritto dal giornalista, per la giustizia, "ben si colloca nei limiti del diritto di cronaca".

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