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Francia

Sarkozy condannato a 3 anni per corruzione e traffico d'influenze

Un anno di carcere e due con la condizionale per l'ex presidente francese, riconosciuto colpevole oggi a Parigi

Afp
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01 marzo 2021 | 14.35
LETTURA: 3 minuti

Nicolas Sarkozy condannato a 3 anni, riconosciuto colpevole oggi a Parigi di corruzione e traffico di influenze nel quadro del caso "delle intercettazioni" scoppiato nel 2014, due anni dopo la sua partenza dall'Eliseo. L'ex capo dello stato è stato condannato a tre anni di reclusione, uno dei quali in carcere e due con la condizionale.

Il tribunale correzionale ha ritenuto che "un patto di corruzione" fosse stato raggiunto tra l'ex presidente, il suo legale storico Thierry Herzog e l'ex alto magistrato Gilbert Azibert, ugualmente condannati a tre anni di cui uno in carcere. Nel dicembre 2020 la procura nazionale finanziaria (PNF) aveva chiesto condanne molto severe: 4 anni di carcere - di cui 2 con la condizionale - nei confronti dell'ex magistrato Gilbert Azibert, 4 anni di cui due con la condizionale con 5 anni di divieto di esercizio della professione, per l'avvocato Thierry Herzog e 4 anni di carcere, di cui 2 con la condizionale, per Nicolas Sarkozy. Tutti e tre erano chiamati a rispondere di traffico d'influenza e corruzione.

I fatti sono di "particolare gravità essendo stati commessi da un ex presidente della Repubblica". "Si è servito del suo status e delle sue relazioni politiche e diplomatiche per gratificare un magistrato", ha dichiarato la presidente del tribunale correzionale, Christine Mée.

Braccialetto elettronico

La condanna al carcere per Nicolas Sarkozy è la prima nella Quinta Repubblica per un ex presidente. Ma l'ex inquilino dell'Eliseo ha lasciato la sala delle udienze libero. Non c'è infatti mandato di carcerazione nei suoi confronti, né verso gli altri due imputati riconosciuti colpevoli. La presidente della camera correzionale del Tribunale di Parigi che ha pronunciato la sentenza ha anche spiegato che questa condanna ad un anno di reclusione potrà essere organizzata, anche a domicilio con monitoraggio elettronico. Queste condizioni verranno determinate successivamente da un giudice, spiega Bfmtv.

La condanna al carcere - un anno, e due di condizionale - si spiega con la "particolare gravità" delle accuse rivolte ad un ex presidente della Repubblica che si è servito del suo status e delle sue relazioni per gratificare un magistrato che ha servito i suoi interessi personali, pur essendo garante dell'indipendenza della giustizia durante il suo mandato.

Sarkozy ricorrerà in appello

Nicolas Sarkozy ricorre in appello contro la condanna: la decisione dell'ex presidente è stata annunciata dal suo legale, Jacqueline Laffont, a Bfmtv. Un appello contro una condanna, ha detto, che suscita "incomprensione e indignazione".

Nicolas Sarkozy "è calmo e determinato a portare avanti la dimostrazione della sua innocenza" in questo caso, ha aggiunto. "Un giudizio normalmente identifica le prove. Qui siamo stati in un tribunale che è stato incapace di trovare delle prove", ha concluso. Contro la pronuncia del tribunale avevano annunciato ricorso anche i due coimputati di Sarkozy.

L'accusa e il processo

Sarkozy era stato chiamato a rispondere dell'accusa di aver tentato di ottenere da un magistrato della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert, informazioni confidenziali che lo riguardavano, vedi di influire su una procedura avviata nel quadro del caso Bettencourt - nel quale ha ottenuto un non luogo a procedere nel 2013 - in cambio della promessa di intervenire a favore del magistrato perché ottenesse un incarico di prestigio a Monaco.

Il caso derivava da un'altra inchiesta relativa ad un possibile finanziamento libico della campagna presidenziale di Sarkozy nel 2007. Nel corso delle indagini i giudici scoprono che Nicolas Sarkozy utilizza una linea telefonica segreta, a nome di 'Paul Bismuth', per comunicare con il suo legale, Thierry Herzog.

Una decina le conversazioni trascritte e sulla base delle quali parte l'accusa su un "patto di corruzione" tra l'ex presidente, Herzog e Gilbert Azibert. Per il pubblico ministero, quest'ultimo ha trasmesso per il tramite di Herzog informazioni coperte da segreto e tentato di influire su un ricorso in cassazione presentato da Sarkozy a margine del caso Bettencourt.

La Corte di Cassazione ha convalidato nel marzo 2016 il ricorso alle intercettazioni telefoniche tra l'avvocato e il suo cliente. Beneficiando gli avvocati di una tutela particolare, in nome del segreto professionale, per potere ascoltare le conversazioni tra il legale e il suo cliente, la giustizia doveva accertare che l'avvocato fosse lui stesso sospettato di aver commesso un'infrazione (in caso contrario le sue dichiarazioni non avrebbero potuto essere consegnate nei processi verbali né essere ritenute a suo carico).

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