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Sanità e liste d'attesa, sei italiani su dieci hanno dovuto rinunciare almeno a un esame

Secondo il sondaggio Adnkronos su un campione non statistico, però, gran parte della popolazione si fida del Servizio sanitario nazionale

Un ospedale (Fotogramma/Ipa)
Un ospedale (Fotogramma/Ipa)
11 aprile 2025 | 14.59
LETTURA: 2 minuti

Gli italiani e la sanità pubblica, un rapporto di fiducia che resiste, anche se incrinato da difficoltà di accesso come quelle legate alle lunghe liste d'attesa. Difficoltà che portano una quota significativa a rivolgersi, pur non volendo, alla sanità privata. E' il quadro che emerge da un sondaggio su campione non statistico, lanciato da Adnkronos sul suo portale.

I dati dell'indagine

La survey ha coinvolto oltre 6mila utenti dal 25 febbraio al 3 marzo, in vista del dibattito che si è tenuto ieri - 'Salute e Sanità, il doppio binario' - alla presenza di istituzioni e rappresentanti del settore, e le risposte degli utenti mostrano che a 6 persone su 10 (62%) è capitato di dover rinunciare a un esame per una lunga lista d'attesa. Il 44% di chi ha risposto al sondaggio dice anche di essersi rivolto alla sanità privata nell'ultimo anno perché costretto dalla situazione, un altro 25% ha proprio scelta la sanità privata e il restante 31% non ne ha usufruito negli ultimi 12 mesi. Nonostante eventuali difficoltà, però, il 65% non ha dubbi: si fida ancora della sanità pubblica. La stessa percentuale di utenti si dichiara abbastanza informato sulla differenza tra cure pubbliche e private (un 6% per nulla e il 29% poco). E soltanto il 24% dice di avere un'assicurazione sanitaria, mentre il 76% no.

Il quadro generale che viene confermato anche dal sondaggio mette in luce le criticità che vanno affrontate per far sì, visto anche l'aumento dell'aspettativa di vita e le esigenze sanitarie che stanno cambiando, che i sistemi sanitari siano in grado di rispondere a sfide attuali e future, gestendo le malattie croniche e le necessità di assistenza a lungo termine. Sullo sfondo, resta una delle emergenze più urgenti da affrontare a livello globale: l'antibiotico-resistenza che, in assenza di un'inversione di rotta, nel 2050 potrebbe diventare la prima causa di morte nel mondo. Un tema che non lascia indifferenti neanche i cittadini. Sempre dal sondaggio emerge infatti che l'85% degli utenti ha sentito parlare di questo tema, sul quale sono in corso diverse iniziative di sensibilizzazione.

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