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Mal di primavera, dalle allergie all'insonnia ecco le noie della stagione

L'internista Sesti: "Ma psicologicamente il ritorno della vita all'aria aperta stimola il benessere". La psicologa: "A dura prova anziani e donne"

Allergia -
Allergia - 123RF
19 marzo 2025 | 17.50
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Stagione del risveglio... si fa per dire. Con la primavera arrivano anche le piccole 'noie' di adattamento al cambio stagionale che strapazzano un po' il fisico: allergie, disturbi del sonno, infreddature da sbalzi termici, dolori articolari. A fare il quadro per l'Adnkronos Salute è Giorgio Sesti, docente di medicina interna all'università Sapienza di Roma.

"I disturbi primaverili per eccellenza, come si desume dalla natura che si risveglia con le sue fioriture e la maggiore presenza di pollini, sono le forme di allergie a partire da quelle respiratorie che creano malessere", evidenzia il medico.

L'altro elemento di 'disturbo' è legato "all'allungamento delle giornate, in particolare quando arriva anche l'ora legale. Questo perché cambia il ritmo giorno-notte. Si producono dei cambiamenti anche ormonali che determinano condizioni che ci fanno dormire meno, si è più agitati. E ogni volta che si dorme meno si è più stanchi durante la giornata, si sopporta meno l'attività lavorativa perché si è più deconcentrati, si è più distratti, si rende di meno al lavoro".

Il terzo capitolo degli disagi primaverili "è quello degli sbalzi di temperatura, tipici della stagione, con le giornate più calde e le serate fresche. Queste variazioni creano degli effetti che vanno dal semplice raffreddore a tutti i doloretti di tipo articolare che con l'esposizione al freddo peggiorano".

Nei cambi di stagione, segnala inoltre Sesti, "è possibile che si riaccentuino i sintomi di gastriti e reflusso gastroesofageo. In realtà non c'è meccanismo scientificamente accertato che leghi questi fenomeni all'arrivo della primavera, l'aumento della sintomatologia si osserva in tutti i cambi di stagione ed è probabilmente legato alle variazioni alimentari e di abitudini anche impercettibili che si verificano nei passaggi stagionali".

Psicologicamente, invece, "l'arrivo della primavera stimola di più alla vita sociale e all'aperto. Questo migliora l'umore ed è la parte positiva che, in ogni caso, rende piacevole questo periodo e su cui vale la pena concentrarsi", conclude.

La psicologa: "A dura prova anziani e donne"

L'arrivo della bella stagione può tuttavia "essere un problema per chi soffre di ansia, depressione o semplicemente fa fatica ad abituarsi ai cambiamenti". Il mal di primavera mette a dura prova "le persone tendenzialmente umorali, che cambiano il proprio stato d'animo con le condizioni climatiche, chi fa fatica ad ambientarsi a situazioni nuove, come uscire per una passeggiata, ritrovarsi all'aria aperta per un momento di convivialità". A farne le spese sono soprattutto "anziani e donne, per motivi diversi", spiega quindi all'Adnkronos Salute Daniela Chieffo, professoressa di psicologia all'Università Cattolica di Roma.

"Gli over 65 temono l'abbandono di familiari che, con l'arrivo della bella stagione, tendono a uscire, ad allontanarsi, a stare meno in casa - spiega Chieffo -. E questo provoca un senso di smarrimento nelle persone avanti con gli anni, hanno paura della solitudine. Per le donne, invece, ad incidere sono sicuramente i fattori ormonali, le allergie e la paura di non riuscire ad adattarsi a situazioni nuove, per mancanza di progettualità o perché pensano di non potercela fare".

La luce, i colori e i profumi diversi tipici della primavera "possono creare angoscia in persone con trigger ansioso-depressivi o in persone che, senza aver problemi di depressione, semplicemente faticano ad aprirsi al mondo esterno - descrive l'esperta - ad adattarsi a nuove situazioni, Sono persone che non amano stare all'aria aperta, ma anzi prediligono la propria comfort zone, si chiudono nel loro guscio".

I sintomi sono ben identificabili: "anedonia", ovvero l'incapacità, totale o parziale, di provare soddisfazione; "apatia", ma anche "la mancanza di energia nel fare le cose, la lentezza esecutiva, la facile stancabilità che si riversa sulla vita quotidiana", illustra Chieffo. Superare tutto questo "si può, l'importante è volerlo. Basta farsi coinvolgere di più dagli altri, decidere di vivere. Se un raggio di luce entra nella stanza, bisogna vederlo come un'apertura verso la vita".

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