Ogni anno 120mila italiani chiedono al dentista trattamenti sbiancanti. Tra dentifrici al carbone e prodotti chimici i dottori anti-fake news fanno chiarezza: "No al fai da te"
Denti più bianchi per un sorriso senza macchia. "Lo sbiancamento è una procedura di odontoiatria estetica che sta vivendo una fase di grande richiesta": la chiedono al dentista "ogni anno almeno 120mila italiani", ansiosi di "schiarire il colore dei denti che si macchiano e ingialliscono a causa del consumo dello smalto e dell'azione colorante del fumo e di alcuni alimenti, come il caffè, il tè, il vino rosso, i succhi di frutta al mirtillo". Il dato è emerso durante l'ultimo Congresso dell'Accademia italiana di odontoiatria conservativa e restaurativa (Aic), durante il quale è stato presentato uno studio secondo cui "oltre la metà dei pazienti intervistati è insoddisfatta del colore dei propri denti". Lo ricordano gli esperti di 'Dottore, ma è vero che?', il portale anti-fake news curato dalla Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
Come fare a sbiancarsi i denti in sicurezza? Per rispondere alla domanda i dottori anti-bufala fanno innanzitutto chiarezza sui dentifrici sbiancanti che "sempre più spesso si trovano in farmacia o negli scaffali dei supermercati" e hanno "la pasta scurissima, data dalla presenza del carbone attivo vegetale. Può essere vero che la sua elevata capacità assorbente contribuisca a rimuovere la placca, il tartaro e le altre sostanze che rovinano il bianco naturale dei denti", però "non si può non considerare l'azione abrasiva del prodotto, che a lungo andare potrebbe rovinare in modo permanente lo smalto", avvertono gli esperti. "La polvere di carbone ha un certo effetto abrasivo e quindi può favorire lo sbiancamento dei denti per eliminazione di colorazioni superficiali acquisite", ammette Edoardo Baldoni, professore ordinario di Malattie odontostomatologiche all'università degli Studi di Sassari. "Non è in grado di eliminare le colorazioni profonde, ma potrebbe essere di aiuto per combattere l'alitosi. Tuttavia - precisa - non esistono ancora studi scientifici affidabili (randomizzati e controllati) che confermino entrambe queste caratteristiche, anche perché la disponibilità del prodotto sotto forma di pasta dentifricia è relativamente recente".
Secondo uno studio pubblicato su 'The Journal of the American Dental Association', spiegano i medici, "non ci sono prove scientifiche che dimostrino l'efficacia del carbone attivo per la pulizia e lo sbiancamento dentale. Gli autori hanno condotto una revisione della letteratura per esaminare l'efficacia e la sicurezza dei dentifrici a base di carbone, arrivando a identificare 118 articoli potenzialmente idonei. Nessuno degli è risultato abbastanza convincente e la ricerca ha dimostrato che non ci sono prove sufficienti a sostegno della sicurezza e dell'efficacia dei dentifrici a base di carbone attivo. Sono necessari studi più ampi per stabilire prove conclusive e nel frattempo si consiglia di non utilizzarlo".
Cosa fare allora? Per Baldoni, illustrano i dottori anti-bufale, "la prima cosa da fare è una seduta di igiene orale professionale per eliminare dai denti placca batterica, tartaro e macchie superficiali. A seguire, si possono valutare tre possibilità. La prima è l'impiego prolungato di dentifrici sbiancanti, facendo attenzione a evitare quelli troppo abrasivi che potrebbero alla lunga danneggiare lo smalto. La seconda è utilizzare prodotti chimici sbiancanti sotto forma di pennellini applicatori, striscioline o mascherine da applicare sui denti per alcuni minuti ogni giorno, fino a raggiungere la colorazione desiderata; il prodotto migliore e la modalità più idonea devono essere consigliati individualmente dall'odontoiatra o dall'igienista dentale. La terza possibilità è sottoporsi a sedute professionali di sbiancamento con l'impiego di sostanze a base di perossidi a maggior concentrazione, con l'aiuto o meno di luci a particolari frequenze, che consentono in tempi più rapidi l'eliminazione di decolorazioni anche profonde e persistenti". E' invece "assolutamente sconsigliato l'utilizzo di metodi 'fai da te' senza aver consultato prima il proprio dentista".
Ma avere denti bianchi equivale e ad avere denti sani? "La colorazione naturale dei denti - risponde Baldoni - è correlata geneticamente con quella della pelle, degli occhi e dei capelli. Avere denti di colorazione uniformemente più intensa non vuol dire che non siano sani, ma la presenza di singoli denti con riflessi grigiastri o macchie scure può segnalare la presenza di carie o infiltrazioni. Al contrario, la presenza di aree gessose o macchie bianche può significare che ci sono alterazioni dello smalto, che possono essere congenite o acquisite. Da ricordare, infine, che i denti naturali non hanno mai una colorazione uniforme in tutte le zone della corona e non tutti i denti sono dello stesso identico colore nelle varie zone della bocca. Ad esempio, i canini hanno sempre un tono più intenso di tutti gli altri. Attualmente sono di moda, o comunque graditi e socialmente apprezzati - osserva lo specialista - denti resi artificialmente molto uniformi e molto bianchi, ma che raramente si ritrovano in natura".