"Ricordiamo che Saragat venne eletto senza i rappresentanti delle regioni e rimase comunque in carica senza problemi"
"Il presidente della Repubblica non deve assolutamente dimettersi per via del taglio dei parlamentari né il taglio comporta la sua decadenza. Il parlamento è un organo continuo e anche se cambia composizione è indifferente al presidente". Lo dice all'Adnkronos il costituzionalista Alfonso Celotto. "Ricordiamo - osserva - che Saragat venne eletto senza i rappresentanti delle regioni e rimase comunque in carica senza problemi, e infatti dalla volta dopo, dagli anni ’70, furono integrati i delegati regionali. Il presidente, dunque, non si deve dimettere anche se il nuovo parlamento avrà una composizione diversa. Se, invece, nel corso della legislatura si approvasse la riforma per il sistema presidenziale, quindi l’elezione diretta del presidente della Repubblica, si potrebbe dire che a quel punto ci potrebbero anche essere le dimissioni anticipate per favorire questo nuovo modello. Però stiamo parlando di fantacalcio".
Quanto all’opportunità politica di una scelta che vada nella direzione delle dimissioni, Celotto osserva: "In questo momento non la vedo, sono però curioso del discorso di insediamento che farà Mattarella venerdì. Napolitano fece un discorso di insediamento chiaro e molto duro, ascolteremo, quindi, le parole del Capo dello Stato e capiremo. Al momento si tratta di previsioni vaghe. Ieri Mattarella è stato asciuttissimo nelle sue comunicazioni, ha detto semplicemente ‘non mi sottraggo’, dando il senso di un obbligo a farlo controvoglia. Il discorso di insediamento sarà perciò molto interessante". Quanto, infine, all’ipotesi che qualche forza politica possa rivolgersi alla Consulta, Celotto chiosa: "Mi sembrerebbe veramente uno strappo istituzionale superfluo. A rigore una minoranza parlamentare potrebbe anche pensare a un conflitto di poteri, ma sarebbe uno strappo inelegante, anche perché la soluzione Mattarella è stata una soluzione inevitabile per come si erano messe le cose".