Il vicepremier difende Toti: "Se ogni indagato si dimette l'Italia si ferma domani, non basta un'indagine per far dimettere qualcuno". E su Vannacci dice: "Prenderà i voti di tanti italiani che la pensano come lui"
"Io vorrei sapere se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato per quanto tempo continuerebbe a fare il magistrato". E' l'affondo di Matteo Salvini che interviene così da Torino a proposito dell'indagine che coinvolge il presidente della Liguria, Giovanni Toti indagato per corruzione.
Quanto al governatore "Fa bene a non dimettersi. La magistratura faccia quello che deve fare - afferma il leader leghista - ma se ogni indagato si dimette l'Italia si ferma domani. Se condannato in via definitiva per carità di Dio, ma non basta una indagine - sottolinea - per far dimettere qualcuno".
"La Liguria è una regione che negli ultimi anni ha vissuto un boom positivo di crescita di infrastrutture. Non sono uso commentare né le inchieste né la loro tempistica. Conosco Giovanni Toti come una persona perbene”, sottolinea Salvini ricordando che "Genova e la Liguria con la ricostruzione del ponte Morandi hanno dato esempio all’Italia di come si possono fare le cose bene e in fretta e spero che tutto si riveli privo di fondamento".
Il leader del Carroccio dal Salone del libro per un firmacopie, difende poi anche il suo candidato alla Europee. Il generale Roberto "Vannacci è un candidato indipendente nelle liste della Lega che parla di libertà, esprime le sue idee, ho letto il suo libro: ne condivido una parte, non ne condivido un’altra parte. Secondo me - è la convinzione di Salvini - rappresenta l’idea di tanti italiani, prenderà i voti di tanti italiani”. Incalzato su ciò che lo vede d’accordo con il libro di Vannacci e ciò che non condivide, Salvini ripete: “Come con tutti ci sono passaggi che condivido altri no ma è il bello della democrazia, quello che non è bello della democrazia è la censura, il bavaglio quello che fanno contro Vannacci, contro di me, contro la Roccella".
E a chi gli domanda cosa farebbe se incontrasse Roberto Salis, papà di Ilaria anche lui oggi al Salone del libro. "Lo saluterei e gli farei gli auguri per la figlia perché non sono abituato a volere il male di nessuno. Al di là che sia candidata o no, non godo mai quando qualcuno, anche lontano da me, finisce in carcere. Quindi gli farei gli auguri, poi lui si tiene le sue idee io le mie".