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Salvini: "Italia lasci Oms, facciamo come Trump"

"L'Italia non deve più avere a che fare con un centro di potere sovranazionale profumatamente finanziato dai contribuenti"

Matteo Salvini
Matteo Salvini
23 gennaio 2025 | 19.21
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L'Italia fuori dall'Oms. E' l'obiettivo della Lega, come spiega Matteo Salvini dopo la presentazione di una proposta di legge. "Presentata questa mattina alla Camera la proposta di legge della Lega per uscire dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), come hanno fatto gli Stati Uniti con Donald Trump", dice il leader del Carroccio e ministro delle Infrastrutture. "L'Italia non deve più avere a che fare con un centro di potere sovranazionale - profumatamente finanziato dai contribuenti italiani - che va a braccetto con le multinazionali del farmaco. Usiamo quei 100 milioni per sostenere i malati in Italia e finanziare i nostri ospedali e medici!", aggiunge.

"Mi sembra un'idea apprezzabile. L'Oms non ha dato grande esempio di prontezza, trasparenza ed efficacia, per non parlare di efficienza, negli ultimi anni e, soprattutto, durante il Covid e sembra un'organizzazione essenzialmente tecnoburocratica che consuma fondi a fronte di risultati risibili", commenta da Bruxelles l'europarlamentare indipendente Roberto Vannacci.

"Uscirne, come peraltro hanno fatto gli Usa, potrebbe essere, oltre che conveniente, un ottimo segnale per innescare riforme sostanziali in tutti questi carrozzoni internazionali che, sinceramente, lasciano molto a desiderare", rimarca il generale.

Chi dice sì e chi dice no tra i medici

Cosa dicono i medici sull'ipotesi dell'uscita dall'Oms? "L'uscita degli Stati Uniti dall'Oms era auspicabile, se si muovono loro c'è un effetto domino che si viene a creare. L'Oms serve solo a chi c'è dentro, per noi cittadini non ha fatto nulla", dice chirurgo plastico Roy De Vita, intervenuto oggi alla conferenza promossa dal senatore della Lega Claudio Borghi.

"Io trovo le uscite di Borghi sempre più fuori luogo. L'Italia per fortuna ha un ministro della Salute medico che sa dove andare e il Paese si è messo in linea con gli altri Paesi per avere il vaccino prepandemico per l'influenza aviaria. E' una boutade elettorale e così va presa", dice invece Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova." L'Oms ha un ruolo fondamentale soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, minore forse per l'Occidente, ma il lavoro che fa in Pakistan, Africa, Sud America e India, dove ci sono grossi problemi per i sistemi sanitari, è importante. Basta guardare cosa sta facendo oggi in Tanzania o in Siria, ma pensiamo a Gaza. Un lavoro straordinario per la prevenzione delle malattie infettive. Chi oggi pensa di uscire" dall'Organizzazione mondiale della sanità, "non si può girare dall'altra parte quando ci sono epidemie".

"Non stupisce" l'iniziativa dei parlamentari leghisti Claudio Borghi e Alberto Bagnai, che hanno annunciato un Ddl per l'uscita dell'Italia dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dopo la mossa del presidente Usa Donald Trump che ha avviato il percorso di ritiro per l'America. E' un'iniziativa che si inserisce "in un'onda di negatività verso l'Oms", analizza all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'Università Statale di Milano. "A mio avviso, in realtà l'Oms ha ottenuto dei risultati importanti dal 1947-1948 in poi", obietta Pregliasco.

"Due i rischi più pesanti di una perdita di capacità dell'agenzia Onu dedicata alla salute - prospetta l'esperto - Il primo riguarda l'attenzione ai Paesi più in difficoltà", perché si minerebbero "le azioni di sostegno per la salute di questi Paesi". E in secondo luogo si creerebbero dei problemi per quanto riguarda "i rischi planetari" infettivologici, "oggi sicuramente più facili vista l'alta densità di popolazione, la velocità dei viaggi e il fatto che virus e batteri non seguono e non tengono conto dei confini".

L'Oms "è qualcosa che esisteva già dal secolo precedente - ricorda Pregliasco - Se oggi ha obiettivi sanitari e aspetti promozionali sulla qualità di vita e sulla salute delle persone, soprattutto dei Paesi in via di sviluppo", in origine la concezione di una struttura internazionale di questo tipo "nasceva per esigenze commerciali e per gestire problematiche infettive". Per il virologo, "l'approccio a livello mondiale" su temi di salute "necessita di un luogo di compensazione e di gestione internazionale e sicuramente la perdita di un ruolo dell'Organizzazione mondiale della sanità crea problemi". Il Covid, ragiona, ha messo in luce il tema della "sovranità delle singole nazioni rispetto ai propri interessi". In pandemia "l'Oms, così come l'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) per l'Ue, non aveva un ruolo istituzionale obbligatorio, ma ha avuto sempre un aspetto consulenziale".

Parere diverso viene espresso da Maria Rita Gismondo. "Le motivazioni per un'Italia fuori dall'Organizzazione mondiale della sanità sono più che fondate e assolutamente concrete. Sebbene ci tenga a ribadire che di un organismo mondiale per la salute abbiamo bisogno, dico no a questa Oms", dice la microbiologa.

L'ex direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'Ospedale Sacco di Milano definisce inoltre "assolutamente infondate le osservazioni di chi avverte che, uscendo dall'agenzia" delle Nazioni Unite per la Salute, "non si avrebbe più accesso a sequenze" e altre informazioni necessarie alla tutela della salute pubblica, "o alla possibilità di fare piani d'emergenza. Questo è assolutamente ridicolo - attacca Gismondo - perché sono tutte opportunità che ogni Paese ha a prescindere, anche grazie alla collaborazione con altri Paesi, che non possono precludere la cooperazione con chi non è all'interno dell'Oms. Si tratta di rapporti completamente diversi", precisa l'esperta.

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