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Riforme, Drago (ioCambio): "Premierato? Andrà a referendum a inizio prossima legislatura"

Il ceo di De Agostini: "Questo Governo ha il lusso di poter pianificare le sfide" - Secondo sondaggio Swg 64% italiani a favore premierato con nostre modifiche, a favore anche metà elettori centrosinistra"

Nicola Drago
Nicola Drago
21 marzo 2025 | 15.05
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"Non credo che il premierato sia scomparso dall'agenda dell'Esecutivo ma semplicemente questo Governo ha il lusso, visto che è incidentalmente stabile, di poter pianificare le sfide, in un arco temporale di medio termine. Quindi la madre di tutte le riforme verrà affrontata quando le probabilità di successo saranno più alte. Ovvero con referendum ad inizio della prossima legislatura". Parola di Nicola Drago, il ceo di De Agostini che vuole aggiustare l'Italia con le riforme, anzi come dice con "la riforma", tanto da avere fondato due anni fa circa l'associazione ioCambio.

"Alla maggioranza diciamo: 'Apritevi a modifiche come quelle che propone ioCambio e le probabilità di vittoria al referendum saranno decisamente più ampie'", dice all'Adnkronos l'imprenditore prestato alla politica e che non si schiera né a destra, né a sinistra. Gli darebbe ragione un'indagine Swg, commissionata da ioCambio, che evidenzia una maggioranza degli italiani, il 56% a favore di riforme istituzionali che garantiscano maggiore stabilità ai governi ed un 64% favorevole a una modifica dell’attuale riforma del premierato in linea con le proposte di ioCambio per la modifica del ddl costituzionale del Governo. Infine, "il dato più sorprendente - si legge in una nota dell'Associazione - è quello relativo all’elettorato di centrosinistra: oltre la metà degli elettori di quell’orientamento si dichiara favorevole all’introduzione del premierato, a patto che vengano accolte le nostre proposte".

ioCambio articola la sua proposta intorno a tre elementi chiave: introduzione del ballottaggio per l’elezione diretta del Premier; maggiori garanzie per la neutralità del Presidente della Repubblica; più tutele per le opposizioni con l’introduzione di uno statuto ad hoc. "Ora la domanda cruciale è: cosa serve per vedere il Paese muoversi concretamente in questa direzione? Da un lato - riferisce la nota - è necessario che la maggioranza attualmente al governo sia disposta ad apportare modifiche al modello di premierato, attualmente ancora debole. Dall’altro, è fondamentale che le opposizioni accettino di sedersi al tavolo e offrano un contributo concreto al miglioramento della riforma, anziché limitarsi a impugnare la Costituzione (più bella del mondo…) e gridare al colpo di stato ogni volta che viene proposto un aggiornamento della forma di governo. Perché questo atteggiamento equivale a negare che l’Italia sia uno dei Paesi più instabili al mondo e che da qui derivi buona parte della nostra atavica inconcludenza". (di Roberta Lanzara)

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