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Giustizia, oggi incontro Meloni-Anm: governo all'ascolto ma riforma resta blindata

Parodi spiegherà le ragioni tecniche della protesta e dell'opposizione delle toghe. A Palazzo Chigi esecutivo pronto ad ascoltare i giudici con attenzione, ma aperto solo a modiche in sede attuativa

Magistrati - Fotogramma
Magistrati - Fotogramma
05 marzo 2025 | 06.36
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Sì al dialogo con le toghe, quella allo studio non è una riforma della giustizia contro di loro ma nell'interesse dei cittadini. Questo va ripetendo da giorni Giorgia Meloni, che oggi pomeriggio alle 15.30 vedrà a Palazzo Chigi l'Anm guidata da Cesare Parodi, presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il Guardasigilli Carlo Nordio.

Un incontro (che sarà preceduto alle 11 da quello con l'Unione delle camere penali) arrivato dopo uno sciopero dei giudici condiviso da tutte le correnti dell'Anm e che ha raccolto l'80 per cento di adesioni. Un'occasione per annusarsi e capire se ci sono margini di manovra su alcuni passaggi. Per il governo, raccontano, l'impianto sostanziale della riforma resta blindato: eventuali modifiche verranno valutate e riguarderanno solo la fase attuativa, ossia la messa a terra della riforma stessa.

Restano intoccabili i tre principi cardine contenuti nell'impianto approvato dal Cdm e votato in prima lettura alla Camera: separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero; l’istituzione di una Alta Corte per giudicare gli errori e i comportamenti dei magistrati; due Csm, uno per i giudici e uno per i pm, con la nomina per sorteggio temperato della componente laica, ossia i membri elettivi che attualmente vengono scelti per un terzo dal Parlamento in seduta comune.

Quello di oggi, dunque, secondo rumors di maggioranza, sarà soprattutto un momento di ascolto. "Siamo pronti a sentire quello che avranno da dire con grande attenzione, il resto si vedrà", sarebbe la linea del governo. Non c'è nessuna intenzione, come ribadisce Forza Italia, di travalicare i confini del potere esecutivo. Nessuno proverà a mettere sotto l'ala governativa i magistrati è l'assicurazione.

L'obiettivo dell'Anm, come più volte sottolineato da Parodi, è spiegare le ragioni tecniche e non certo politiche per le quali i magistrati si oppongono alla riforma Nordio. Ripristinare insomma un "rapporto normale, fisiologico tra organi e poteri dello Stato", dopo le schermaglie dei giorni scorsi e all'indomani dello sciopero delle toghe, con l'auspicio che "sia l'avvio di un processo di normalizzazione e di comprensione reciproca", sottolinea il numero uno dell'Anm. La riforma, avvertono i giudici, non convince affatto: toglie diritti ai cittadini, perché il pm pensato dal governo è poi destinato a finire nell'orbita dell'esecutivo.

Sul tavolo del vertice si aggiungerà il caso della polizia giudiziaria, scoppiato nelle ultime ore. L'Anm, raccontano, chiederà pure conto dell’indiscrezione secondo cui il governo vorrebbe togliere ai pm il controllo sulla polizia giudiziaria. "Ho sentito molti colleghi e - dice ancora Parodi a Un giorno da pecora - sono tutti un misto tra stupiti e sconcertati", è un tema "talmente delicato che mi augurerei un chiarimento".

Per ora il dato politico, che da Palazzo Chigi si chiede di registrare, è il colloquio avviato, ma non si può certo dire oggi se ci saranno modifiche al testo di riforma all'esame delle Camere. Il confronto, insomma, è aperto ed eventuali ritocchi sono ammissibili solo con le leggi ordinarie di attuazione. Rispetto a una riforma già approvata dalla Camera e attesa in Senato per la seconda lettura, delle quattro previste, prima del referendum ormai certo, il governo, riferiscono fonti parlamentari del centrodestra, vuol mantenere la barra dritta, scegliendo al contempo toni il più possibile pacati.

La delegazione dell'Anm attesa a Palazzo Chigi è formata dal presidente Parodi, il segretario Rocco Maruotti, il vicepresidente Marcello De Chiara. Con loro gli altri componenti della giunta Stefano Celli, Giuseppe Tango, Monica Mastrandrea, Dora Bonifacio, Paola Cervo, Sergio Rossetti, Chiara Salvatori. Il presidente Francesco Petrelli guiderà la delegazione dell'Unione delle camere penali in mattinata. "Andremo a ribadire la nostra posizione di sempre, confermeremo l'appoggio alla riforma costituzionale e insisteremo perché non vengano fatte modifiche", dice all'Adnkronos il 'portavoce' dei penalisti. Non si sbilancia invece sull'ipotesi di togliere ai pm il controllo della polizia giudiziaria: "Attendiamo di conoscere nel merito qualsiasi novità", si limita a dire Petrelli.

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