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Meloni e caso Almasri, Li Gotti: "Insopportabile ridare un boia alla Libia"

"A me non interessa se sto favorendo o meno la Meloni"

Luigi Li Gotti
Luigi Li Gotti
28 gennaio 2025 | 23.46
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"A me non interessa se sto favorendo o meno la Meloni". Luigi Li Gotti, il legale che ha presentato la denuncia sul caso Almasri, a 'E' sempre Cartabianca', si esprime così sulla vicenda che ha portato all'iscrizione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel registro degli indagati.

"So che probabilmente sono stati commessi dei reati, che un boia è stato restituito alla Libia, per continuare a fare ciò che ha fatto sinora, e grazie al governo italiano, non alla magistratura. Il governo sapeva, tanto è vero che il decreto di espulsione è stato fatto sulla base della conoscenza degli atti della Corte Penale Internazionale", dice. "Noi siamo un paese civile, non possiamo convivere con la barbarie, non è accettabile, per dignità", aggiunge.

"Non è un avviso di garanzia. Io ho presentato una denuncia nominativa, come cittadino, in cui ipotizzavo due fattispecie di reato, era scontato per legge che la Procura facesse l'iscrizione nella notizia di reato", afferma. "Io non so se è stata emessa anche un'informazione di garanzia, credo che sia stata fatta un'iscrizione a seguito di una denuncia nominativa presentata e per forza ci deve essere un'iscrizione", prosegue.

"L'ho fatto per dignità. Per me era insopportabile -dice Li Gotti- che venissero dette una serie di menzogne, che un boia venisse restituito alla Libia con un aereo di stato per continuare a fare quel che faceva: torture, violenze sessuali, omicidi".

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