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Mattarella: "Tornano sirene del settarismo nazionalistico. Diritto d'asilo principio costituzionale"

Il presidente della Repubblica interviene alla Farnesina alla diciassettesima Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori

Sergio Mattarella (Foto Quirinale)
Sergio Mattarella (Foto Quirinale)
16 dicembre 2024 | 11.54
LETTURA: 4 minuti

"Siamo di fronte al paradosso di una società globale sempre più interconnessa e interdipendente che attraversa una fase in cui si affacciano nuovamente, con ricette stantie, le sirene del settarismo nazionalistico, etnico, quando non arbitrariamente religioso. Divisioni e fratture profonde si moltiplicano. Viene spontaneo chiedersi quale posto abbia la diplomazia in questo contesto, rispetto ad atteggiamenti e a forze - anche di natura non statuale - che si propongono di intaccare la cornice di norme e principi statuiti per assicurare ai membri della comunità internazionale interazioni stabili e ordinate secondo regole riconosciute e valide per tutti". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla Farnesina alla diciassettesima Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori.

Migranti

Parlando dei migranti il capo dello Stato ha sottolineato che i "drammi migratori sono talvolta oggetto di gestioni strumentali da parte di alcuni Stati, per trasformarli in minaccia nei confronti dei vicini, in palese violazione di convenzioni internazionali liberamente sottoscritte".

"Nei principi definiti dalla Costituzione, agli articoli 10 e 11" è compreso il "diritto di asilo per lo straniero cui venga impedito nel suo Paese l'esercito delle libertà democratiche", ha ricordato il capo dello Stato.

Medio Oriente

Poi il Medio Oriente. "L’arduo sentiero della pacificazione prima e della costruzione della pace dopo, è pieno di contraddizioni, ritorni, riproposizioni, pause. Basta pensare al cessate il fuoco in Libano - ha detto Mattarella - L’intesa che abbiamo accolto pochi giorni addietro ripropone, in sostanza, quanto previsto dalla Risoluzione 1701 del 2006 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite, mai pienamente attuata. Su quella base, sebbene troppo fragile per incidere sulle cause profonde del conflitto, tenaci negoziatori hanno saputo inserire una dinamica positiva, anche rilanciando il ruolo della Missione Unifil delle Nazioni unite. La diplomazia conosce il valore prezioso dei piccoli passi. Quello compiuto in Libano ci porta a sperare di poter sperare per Gaza".

"Occorre - ha ribadito - ottenere finalmente l’immediata liberazione degli ostaggi israeliani. Occorre porre fine alle disumane sofferenze della popolazione civile della Striscia e poter farvi giungere aiuti immediati. Ciò significa non limitarsi a soluzioni contingenti, pur se preziose in quanto permettono di salvare vite umane. Mediare non significa rinunciare a obiettivi ambiziosi".

"Guardando alla Palestina va ribadito fermamente che, per la Repubblica italiana, l’autentica prospettiva di futuro risiede nella soluzione a due Stati - ha sottolineato Mattarella - È un obiettivo privo di alternative, come hanno ricordato i ministri della regione intervenuti alla Conferenza dei dialoghi mediterranei, prezioso foro sviluppato dalla Farnesina, non solo di dialogo ma anche di tessitura di relazioni e rapporti che possono contribuire a maggiore comprensione, a scenari di stabilizzazione in una regione così complessa".

"Perseguire l’obiettivo, ravvicinato, della statualità palestinese - ha rimarcato il capo dello Stato - significa offrire al popolo della Cisgiordania e di Gaza un traguardo di giustizia e una convincente prospettiva di speranza per il proprio futuro, irrinunziabile condizione anche per una finalmente solida garanzia di sicurezza per Israele. Con analoga tenacia occorrerà accompagnare la definizione dello Stato che sorgerà dalla nuova situazione siriana, sia dal punto di vista politico sia per quel che riguarda le conseguenze umanitarie".

Ucraina

Quanto alla guerra in Ucraina, "sta per entrare nel suo terzo anno - ha ricordato il presidente della Repubblica - In oltre 1000 giorni di conflitto la Federazione Russa ha fatto continuo ricorso a strumenti di morte contro la popolazione ucraina e le infrastrutture civili del Paese. L’ingresso in campo di altri attori che forniscono truppe all’aggressione, allarga il conflitto, suscita allarme anche in aree più remote rispetto al teatro di guerra, alimentando i timori di una deriva fuori controllo".

"L’Italia, continuerà a lavorare - ha ribadito il capo dello Stato - affinché siano rispettati parametri essenziali, quali il rispetto del diritto internazionale; l’integrità territoriale ucraina; il principio della sicurezza nucleare; il rilascio dei prigionieri di guerra; la restituzione alle famiglie dei bambini ucraini rapiti e condotti in Russia; l’accesso sicuro ai porti del Mar Nero e del Mar d’Azov, anche a beneficio della sicurezza alimentare al livello globale".

"La pace richiede il contributo di tutti, in particolare delle potenze globali, perché globali sono le loro responsabilità e globali sono le conseguenze dell’aggressione alla legalità internazionale compiuto dalla Federazione Russa. Nel frattempo - ha aggiunto Mattarella - l’Ucraina potrà contare sul nostro convinto sostegno militare, economico, diplomatico e umanitario, oltre che sulle garanzie che sono state inserite nell’accordo bilaterale con Kiev. La prospettiva europea è quella che gli Ucraini hanno scelto e su di essa sanno di poter contare sul sostegno dell’Italia".

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