La decisione dopo il pronunciamento della Consulta. La parola definitiva torna ora alla Corte Costituzionale
La Corte di Cassazione ha dato l'ok al referendum per l'abrogazione dell'autonomia differenziata. La decisione arriva dopo il pronunciamento della Consulta. La parola definitiva torna ora alla Corte Costituzionale.
Immediate le reazioni dell'opposizione, con Elly Schlein che parla di "una buona notizia". "Crediamo molto in questa battaglia. Dopo il pronunciamento della Consulta che smontato la riforma, bisognerebbe che il governo si fermasse: è l'unico modo che ha per recuperare credibilità dopo lo strafalcione che la Corte la smontato. Noi andremo avanti in questa battaglia", ha detto la segretaria del Pd intervenuta alla manifestazione degli amministratori, davanti a Montecitorio, sulle politiche abitative.
"La decisione della Cassazione che ha dichiarato ammissibile il referendum contro l'autonomia differenziata del ministro Calderoli e del governo Meloni è una buona notizia", dice il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. "E’ una decisione che ci conforta, sempre più convinti della battaglia che stiamo combattendo in Parlamento e nel Paese contro lo SpaccaItalia e forse autorevoli esponenti del governo avrebbero fatto bene ad aspettare prima di affermare che il referendum era superato e non si sarebbe svolto -prosegue-. Prima la sentenza della Consulta e ora la Cassazione ci dicono che possiamo costruire un percorso, che può coinvolgere le cittadine e i cittadini italiani, per arrivare a bocciare una legge che aumenta le disuguaglianze territoriali e sociali". "Manca ancora il pronunciamento della Corte costituzionale ma siamo certi che se si arriverà al referendum sull’autonomia riusciremo a cancellare una legge sbagliata e a difendere l’unità del nostro Paese", conclude Boccia.
"La Cassazione ha dichiarato legittima la richiesta di referendum per l’abrogazione totale della legge Calderoli. È una decisione importante contro una legge che aumenta le disuguaglianze tra i territori e indebolisce l’unità nazionale. Settori come sanità, scuola e infrastrutture non possono essere frammentati. La Corte Costituzionale, con la sua sentenza, aveva già demolito sostanzialmente la legge Calderoli sull’autonomia differenziata, andando oltre le aspettative", afferma in una nota il deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli.
"La sua pronuncia ha chiarito che materie fondamentali come ambiente, energia, trasporti e commercio estero non possono essere trasferite alle regioni, riconoscendole come competenze centrali dello Stato. Ora la Cassazione ribadisce che il quesito sull’abrogazione totale deve andare avanti, nonostante i tentativi del governo di fermarlo. Questa è la disfatta dell’autonomia differenziata leghista e del mercimonio politico tra Meloni e Salvini".
"L’autonomia differenziata non può essere uno scambio politico per altre riforme come il premierato. Questa legge non serve al Paese, ma solo a portare avanti interessi di parte, a discapito dell’unità e dell’uguaglianza tra i cittadini. Il referendum è una grande occasione per fermare questa deriva e permettere ai cittadini di esprimersi su una riforma sbagliata. L’Italia non si divide”.
"La decisione della Cassazione sul referendum sull’autonomia differenziata non ha l’effetto, come viene da alcune forze politiche impropriamente affermato, di garantire lo svolgimento del referendum. Occorre attendere, infatti, ancora la valutazione della Corte costituzionale, che si conoscerà solo nei prossimi mesi, sulla conformità alla Costituzione della proposta referendaria di abrogazione integrale della legge. Ricordo che sono stati sollevati da autorevoli costituzionalisti dubbi sull’esito di tale giudizio", dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
La notizia è stata riportata da riporta la Repubblica online che parla di "28 pagine, firmate dalla presidente Rosa Maria Di Virgilio"." Ecco l’ordinanza definitiva dell’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione - si legge sul quotidiano online - che, dopo la pronuncia interlocutoria dello scorso 3 dicembre, ora tiene il punto e conferma che, a dispetto di quanto ipotizzato da esponenti del governo, è pienamente legittimata e resta in piedi la richiesta di abrogare totalmente l’Autonomia differenziata: la legge infatti è ancora vivente, nonostante il pesante intervento demolitorio dei giudici della Consulta''.
''Cade invece il quesito presentato dai consigli regionali che puntavano all’abrogazione parziale - si legge ancora - in quanto la Corte Costituzionale ha provveduto sostanzialmente a demolire i punti indicati. 'Il quesito di abrogazione totale' della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata 'deve avere corso pur dopo la pronuncia numero 192/2024 della Corte Costituzionale', scrive dunque l’ufficio della Cassazione, che ha riesaminato regolarità e legittimità alla luce delle motivazioni della Consulta''.