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2 giugno, Mattarella: "Come nel '46 vogliamo pace, libertà e sviluppo"

Sull'Ucraina: "Russia ha demolito architettura sicurezza e pace". Sul Medio Oriente: "Subito cessate il fuoco e liberazione ostaggi"

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (foto Quirinale)
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (foto Quirinale)
01 giugno 2024 | 19.10
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“Il 2 giugno del 1946, l’Italia sceglieva la Repubblica. Quel voto - all’avvio della vita democratica - rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità. In quegli anni di speranze diffuse, le aspirazioni al benessere e al miglioramento della condizione personale, procedevano insieme alle conquiste democratiche e sociali". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del concerto offerto al Corpo diplomatico per la Festa della Repubblica.

"La congiuntura internazionale propone nuovamente oggi tempi straordinari - ha affermato Mattarella - Come allora avvertiamo - a livello mondiale - l’esigenza di impegnarsi per la pace, di perseguire insieme ovunque libertà e sviluppo, democrazia e diffusione del benessere, maturazione civile, crescita economica e dei diritti: questa ci appare, nella comunità internazionale, la grande sfida, l’orizzonte che abbiamo di fronte”.

Rifiutando con determinazione - ha quindi avvertito il capo dello Stato - baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione prosperità economia in cambio di sudditanza”.

“Avvertiamo tutti - ha detto Mattarella - che da tante parti nel mondo proviene un grido di sofferenza, di richiesta di serenità di vita, di giustizia, di pace. L’Italia, Paese fondatore dell’Unione europea, convinta partecipe del rapporto transatlantico, dell’amicizia e dell’alleanza in cui questo si esprime, continuerà a impegnarsi - anche in qualità di Presidente di turno del Gruppo dei 7 - per la tutela - sempre, ovunque, per tutti - dei diritti fondamentali della persona, per la pace e il dialogo tra i popoli e gli Stati, per la giustizia e la solidarietà internazionale, per la lotta alla fame, alle malattie, al sottosviluppo, per la difesa dell’ambiente. E’ con pieno affidamento al valore di queste direttrici, sulla base dei principi della nostra Costituzione, che celebriamo il 2 giugno, guardando al futuro con fiducia e speranza”.

Israele-Gaza

“In Medio Oriente, a seguito della brutale ed efferata aggressione terroristica ad opera di Hamas, con l’assassinio di tante persone innocenti, la spirale di reazioni di spaventosa violenza che ne è scaturita, crea immani sofferenze e un numero sconvolgente di vittime tra la popolazione civile palestinese, devastazioni nei territori coinvolti, disseminazione di odio per il prossimo futuro, insicurezza per tutti in quella fondamentale regione. Occorre - ha sottolineato - avviare subito un processo che ponga termine ai massacri e conduca finalmente a una pace stabile, con il pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati di Israele e di Palestina, necessariamente in tempi ravvicinati affinché sia realmente possibile”.

“Nell’immediato, ribadiamo - ha proseguito il capo dello Stato - l’imperativo di dare piena attuazione a quanto richiesto dal Consiglio di Sicurezza per il cessate il fuoco, l’accesso umanitario incondizionato alla popolazione di Gaza e la liberazione degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre”.

Ucraina-Russia

“Con l’invasione dell’Ucraina - un Paese indipendente e sovrano - la Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa e scavato nuovamente un solco tra i Paesi del continente che sognavamo in pace e collaborazione, liberi e democratici da Lisbona a Vladivostok. La Federazione Russa ha demolito l’architettura di sicurezza che ha garantito pace e stabilità al continente europeo per lunghi decenni, sin dagli Accordi di Helsinki della metà degli anni settanta; e ha lanciato una nuova, angosciosa, corsa agli armamenti”, ha affermato il presidente della Repubblica.

“Si tratta - ha proseguito il capo dello Stato - di un comportamento tanto più grave in quanto posto in essere da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza”.

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