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Marina Conte e Valerio Vannini parlando fuori dalla Cassazione dove oggi si apre il processo per la morte del 19enne: "Non vogliono prendersi loro responsabilità"
"I Ciontoli hanno sempre mentito, continuano a mentire e non si vogliono prendere le loro responsabilità". Lo affermano Marina Conte e Valerio Vannini, i genitori di Marco Vannini parlando fuori dalla Cassazione dove oggi si apre il processo per la morte del 19enne di Cerveteri, ucciso il 17 e il 18 maggio 2015 mentre era a casa della fidanzata a Ladispoli, sul litorale romano. "Sono stati in silenzio sei anni e a ridosso della Cassazione si mettono a parlare sui social - aggiungono- Forse sperano di incidere sulla decisione ma crediamo che i giudici ormai abbiano ben chiaro tutto quello che è successo, anche perché parlano le carte".
"Marco - ha detto la mamma- mi ha detto di stare tranquilla e che andrà tutto bene". La Cassazione è chiamata a esprimersi dopo la condanna, al processo di appello bis, a 14 anni per Antonio Ciontoli (per omicidio volontario con dolo eventuale) e a 9 anni e 4 mesi per i due figli di Ciontoli, Martina e Federico e la moglie Maria Pezzillo per omicidio volontario anomalo.
Davanti alla Cassazione a Roma si sono riuniti familiari e amici di Vannini che espongono striscioni per chiedere "Giustizia e verità per Marco". Davanti alle scalinate anche alcune persone a sostegno dei Ciontoli, che hanno mostrato uno striscione con scritto ‘Federico è innocente’.