Procuratore svedese: "Le analisi mostrano tracce di esplosivo in diversi oggetti estranei ritrovati"
Tracce di esplosivo sono state rinvenute nei pressi delle falle dei gasdotti di NordStream confermando che le esplosioni di fine settembre sono state un atto di sabotaggio. E' quanto ha dichiarato il procuratore svedese, Mats Ljubfqvist, che sta guidando l'inchiesta su Nord Stream, riferendo i risultati delle analisi condotte sui reperti recuperati. Al contempo, il procuratore avverte che "l'inchiesta preliminare è molto complessa ed estesa" e che quindi il lavoro continua.
"Durante le indagini sul luogo dell'inchiesta condotte sul sito nel Mar Baltico, sono stati fatti estesi prelievi e l'area è stata attentamente documentata - recita la dichiarazione del magistrato - le analisi ora mostrano tracce di esplosivo in diversi oggetti estranei ritrovati. Analisi più avanzate continuano per essere in grado di stabilire conclusioni più certe sull'incidente".
Mosca ha accolto con favore la pubblicazione dei risultati dell'inchiesta sulle esplosioni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 a settembre e chiede che si stabilisca chi c'è dietro queste azioni. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato da Ria Novosti. "Il fatto stesso che i risultati parlino di un atto di sabotaggio o un atto terroristico, chiamatelo come volete, conferma ancora una volta le informazioni che erano e sono disponibili da parte russa. È molto importante non fermarsi, è molto importante scoprire chi c'è dietro questo sabotaggio", ha detto Peskov ai giornalisti.