Una delle più celebri pagine del repertorio sinfonico, interpretata da uno dei più grandi direttori di oggi, per celebrare il G20 della Cultura. In diretta dal Palazzo del Quirinale, giovedì 29 luglio alle 20.30 su Rai1, Rai Cultura propone il concerto del Maestro Riccardo Muti con l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, da lui fondata nel 2004. In programma la Sinfonia n. 9 in mi minore scritta durante il soggiorno americano del compositore boemo Antonín Dvořák, e da lui inviata agli amici in patria come un messaggio “Dal Nuovo Mondo”, da cui il soprannome della sinfonia. Eseguita per la prima volta nel 1893 alla Carnegie Hall di New York sotto la direzione di Anton Seidl, l’ultima e più famosa sinfonia di Dvořák evoca, in un susseguirsi di temi e ritmi incantevoli, sia la freschezza dai canti neri e delle melodie degli indiani d’America sia il sentimento di nostalgia per la propria terra lontana.
Tra il 1904 e il 1905, la guerra combattuta tra la Russia dello zar Nicola II e il Giappone dell’imperatore Meiji per il controllo della Manciuria e della Corea, è considerata dagli storici la prima grande guerra del XX secolo, il primo esempio di guerra moderna per la potenza di fuoco degli eserciti e per il diffuso utilizzo della marina. Ne parlano il professor Ernesto Galli della Loggia e Paolo Mieli a “Passato e presente”, in onda domani alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Il conflitto è anche un grande spartiacque della storia. Rappresenta il fallimento dell’autocrazia russa, che, da lì a poco, perderà la guida del paese con la Rivoluzione d'ottobre. E segna l’affermazione dell’impero giapponese, da poco aperto all’Occidente e protagonista di uno straordinario sviluppo economico, come nuova potenza mondiale. Il Giappone è infatti il primo paese estremo-orientale che, nell’era moderna, riesce a sconfiggere un gigante europeo.
A poco più di un anno dall’introduzione della legge sulla sicurezza nazionale ad Hong Kong, il 27 luglio si è tenuto il primo processo ai sensi della normativa voluta da Pechino. Davanti a un collegio composto da tre giudici scelti dalla leader della città Carrie Lam, il 24enne Tong Ying-kit è stato riconosciuto colpevole di terrorismo e atti di incitamento alla secessione. Nella puntata di Radio3 Mondo di domani alle 11 su Radio3 Marina Lalovic ne parlerà con Ilaria Maria Sala, giornalista per Internazionale e di Lettera 22 che vive a Hong. La sentenza per Tong è attesa entro la giornata di giovedì, il giovane rischia la massima pena detentiva, l’ergastolo, dopo aver trascorso già quasi un anno in prigione. Nelle scorse settimane il tribunale di West Kowloon di Hong Kong aveva negato la cauzione a Tong, arrestato il 1° luglio 2020, quando gli hongkonghesi sono scesi in strada per opporsi alla legge entrata in vigore 24 ore prima. Intanto sempre più persone abbandonano il “porto profumato”. A luglio le partenze si sono intensificate perché dal 1 agosto Hong Kong e Pechino non riconosceranno più come documento valido il passaporto British national overseas (Bno, concesso dal Regno Unito a chi è nato prima del ritorno di Hong Kong alla Cina, nel 1997). Dal gennaio 2021 Londra ha cominciato a rilasciare visti speciali ai possessori di Bno, che dopo cinque anni potranno ottenere la cittadinanza britannica, per cui negli ultimi mesi se ne sono andati in parecchi.
“Soldado”, è il film d’azione di Stefano Sollima che Rai Movie (canale 24 del digitale terrestre) proporrà in prima serata, domani alle 21.10. Esordio statunitense del regista della seria Gomorra e di Suburra, il film racconta la storia dell’agente federale Matt Graver che per combattere i Narcos, si avvale del misterioso Alejandro, la cui famiglia è rimasta vittima dei narcotrafficanti, che cercherà di scatenare una guerra interna alle gang. Interpretato nei ruoli principali da Josh Brolin e Benicio Del Toro,” Soldado “è un solido action che riprende alcuni personaggi già visti in “Sicario” di Denis Villeneuve e approfondisce le loro storie, immergendoli in uno scenario da moderno western.
“Legami di sangue”, la puntata di domani di “Cose Nostre”, alle 23.55 su Rai 1 racconterà la storia di tre generazioni che fanno dei rapporti familiari una chiave della gestione delle attività criminali. La storia inizia con Maria Serraino, anche detta ‘mamma eroina’, una delle poche donne di ‘ndrangheta a veder riconosciuto il suo ruolo di boss, per proseguire con il figlio Emilio Di Giovine, boss playboy e amante del lusso che si è ricavato, anche con una serie di omicidi, un posto di primo piano nel narcotraffico internazionale. Il terzo anello della catena familiare è Marisa, figlia di Di Giovine, divenuta corriere internazionale di soldi, droga e armi tra l’Italia, la Svizzera e la Spagna. Una catena criminale dalla Milano degli anni ’70 a oggi.
L’epopea dei Duran Duran, protagonisti della scena new romantic inglese anni ’80: la racconta il regista Zoe Dobson in “Duran Duran. There’s Something You Should Know”, in onda giovedì 29 luglio alle 23.45 su Rai5, che “rilegge” sette album per tracciare il loro impatto sulla musica, sulla moda e sui costumi, dall'esordio del 1981 alla reunion, passando per il successo planetario di Wild Boys, la crisi e le incomprensioni, lo scioglimento e i riavvicinamenti. Il documentario, che prende il nome dall’omonimo brano tratto dall’album di esordio della band, intervista Roger Taylor, John Taylor, Simon Le Bon, Nick Rhodes per ripercorrere con loro i quasi 40 anni di collaborazione artistica, a partire da Birmingham dove la band si è formata tra il 1978 e il 1980. Intervistati con loro, anche Andy Taylor, il chitarrista che ha fatto parte due volte della band, e alcuni dei loro amici contemporanei nel mondo dello spettacolo: Boy George dei Culture Club, la modella Cindy Crawford e il regista Nick Egan. Ma anche i produttori Mark Ronson e Nile Rodgers, Naomi Campbell e tanti altri.
All'epoca della nascita della regina Vittoria, nel 1819, l'Inghilterra era una società agricola che, nell’arco di pochi decenni, si sarebbe trasformata in una superpotenza industriale, con un impero che si espandeva in tutto il globo. “L'impero della Regina Vittoria”, il ciclo in quattro episodi della serie “a.C.d.C”, introdotta dal professor Alessandro Barbero e in onda domani dalle 21.10 su Rai Storia, è sia la storia di questo periodo straordinario, sia il ritratto affascinante di una regina che governò su oltre un quinto della popolazione mondiale. È la vicenda di personaggi influenti che avrebbero modellato il sistema imperiale britannico: Gladstone, Disraeli, Livingstone, Rhodes e il Principe Alberto, marito di Vittoria. Questi personaggi - alcuni spinti da ambizione, altri da desiderio di profitto, e altri ancora da passione o da nobili ideali - avrebbero determinato un'espansione del Paese senza pari nella storia, trasformando per sempre la Gran Bretagna e i territori da essa controllati e dominati. Resoconti personali tratti da diari, ricostruzioni filmate sia in Inghilterra sia negli ex avamposti dell'Impero, tra cui India e Africa, raccontano il drammatico scontro di personalità e di culture che avrebbero segnato per 64 anni il regno della regina Vittoria.
Un ponte di fratellanza attraverso l’arte e la cultura: è “Le vie dell’amicizia, concerto per la Siria” che Rai Cultura propone giovedì 29 luglio alle 21.15 su Rai5. Il concerto, diretto da Riccardo Muti, è dedicato a Hevrin Khalaf e a Khaled al-Assad. Protagonisti, Aynur Doğan, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Syrian e l’Expat Philharmonic Orchestra che propongono la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore, op. 55 “Eroica” di Beethoven. A seguire – alle 22.50 - un ritratto del Maestro Muti in un’intervista in cui vengono analizzati il rapporto e il legame che si costituisce tra un'orchestra e il suo direttore, la difficoltà e la fatica nel corso di una tournée, l’importanza del ruolo della famiglia per Muti. Obiettivo anche sulla solitudine del musicista che ricerca nella musica e nei testi la profondità di un’esecuzione esemplare, sul rispetto che Muti nutre per le partiture originali e le note dei compositori, e sull’amore che Muti ha per la musica di Robert Schumann.
Un autore di talento ed una stella del pop italiano protagonisti d’eccezione della undicesima puntata di Play Books, il magazine di RaiPlay dedicato all’editoria e disponibile da domani. Dopo dieci episodi tra la trasmissione e il nucleo di appassionati e curiosi che la seguono si è creato una sorta di legame come succede fra libri e lettori. Di questo tema Vittorio Castelnuovo, conduttore del magazine, parla con lo scrittore Andrea Bajani, candidato allo Strega e al Premio Campiello 2021. Trasferitosi da tempo negli Stati Uniti, Bajani racconta la sua esperienza di vita e di lavoro a cavallo tra due culture. La cantante siciliana Levante legge “Cucivi”, una poesia struggente e disarmante di Vivian Lamarque dedicata alla madre, per poi lasciarsi intervistare nella sezione “Extra” del programma sulla sua attività di scrittrice e su “E questo cuore non mente”, il suo nuovo libro che considera il sequel di “Se non ti vedo non esisti”. La puntata prosegue con una passeggiata a Lucca, in una originale libreria dove i lettori sono avvolti da un ambiente familiare, circondati da antichi oggetti e dagli intramontabili e amati libri. Infine viene presentata “Scirocco”, l’ultima graphic novel del talentuoso Giulio Macaione, in cui una famiglia, all’apparenza disunita, scopre la forza di ritrovarsi in una nonna coraggiosa e indomita.