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Per il prossimo autunno inverno Maximilian Davis torna a esplorare mondo danza tra echi sperimentali e suggestioni visive
Una passerella circolare ricoperta di petali di rose rosse. La sala al buio. E le note di ‘Sabrina’ degli Einstürzende Neubauten che risuonano dagli altoparlanti. Non poteva esserci uno scenario più suggestivo e azzeccato per iniziare il racconto della collezione Ferragamo per il prossimo autunno inverno, che attinge a piene mani all'espressionismo tedesco degli anni Trenta e al Tanztheater (teatro-danza), portato in auge da Pina Baush negli anni ‘70 con elementi recitativi, l'uso del gesto teatrale e della parola, con precise finalità drammaturgiche.
In passerella Maximilian Davis dimostra di saper padroneggiare bene l’argomento e di stagione in stagione continua ad arricchire il vocabolario Ferragamo e il suo immaginario estetico attribuendogli nuovo significati. Il creativo di Manchester anche stavolta esplora il mondo della danza focalizzandosi però sulle espressioni libere delle coreografie degli artisti del Tanztheater, tra echi degli anni ’20 e ‘80, decadi chiave per il genere, in un viaggio sperimentale e intimo.
“Gli anni ‘20 sono stati un momento di libertà, di persone emancipate che creavano spazi per sé stesse - afferma Davis -. Trovo molto interessante l'idea surrealista di partire dagli oggetti quotidiani e di interpretarli in modo disturbante. E’ come infondere una sottile inquietudine in ciò che è familiare”. In pedana gli abiti in seta, con tagli lineari, si arricchiscono di applicazioni in pizzo sulle vite scese, oppure sono assemblati con strisce di pelliccia. I dettagli dell'epoca sono ricreati sui capi sartoriali e sui pellami funzionali.
Flash di stampe oniriche irrompono sulla scena, mentre l’estetica surrealista delle borse svela interni di pelliccia e i look off-stage sono interamente lavorati a maglia, con filati di jersey, in silhouette fluide e semplici. Questo stesso sentimento ha ispirato il lavoro dei coreografi del movimento Tanztheater negli anni ’70 e ‘80. “Anche quello fu un momento di liberazione - riflette Davis -. La loro espressione dell'amore attraverso il movimento è una rivelazione inattesa; esplorata in un modo che nessun altro ha mai percorso nei decenni successivi”. In tutta la collezione, i dualismi poetici delle performance del Tanztheater tedesco - i dialoghi emotivi tra amore e desiderio, libertà e controllo, romanticismo e passione – sono traslati nelle forme e nei tessuti: i trench fluidi in satin stretti sul corpo, il cashmere morbido sulla pelle, accostato alle pelli lucide, le piume che si appiattiscono e i papaveri che pendono da steli che sembrano nastri.
Ai piedi citazioni del design delle scarpe d’archivio, con petali in organza, pelle e satin che sbocciano sulle décolleté con punte a mandorla o si avvolgono intorno alla caviglia dei sandali. Una nuova zeppa, ispirata a un brevetto di metà secolo di Salvatore Ferragamo con tomaia continua, adotta una forma allungata e futurista mentre la borsa Hug raddoppia e diventa un marsupio da allacciare in vita. Per il marchio fiorentino si tratta di una bella prova, l’ennesima, grazie allo spirito sperimentale dello stilista che sta contribuendo a ridisegnare una nuova e più audace visione di eleganza. (di Federica Mochi)