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Lo smart farming (anche italiano) degli insetti

Il foodtech italiano in prima fila nella produzione e nell'ecommerce di pasta, barrette e chips d'insetti e altro.

Lo smart farming (anche italiano) degli insetti
17 maggio 2021 | 07.17
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Gli allevamenti tradizionali, intensivi o estensivi che siano, non riescono a soddisfare il fabbisogno alimentare di una popolazione mondiale avviata agli 8 miliardi, soprattutto attraverso la poca sostenibilità attuale dell'intera filiera. L’utilizzo di acqua e l’immissione di CO2 per produrre un solo kg di carne bovina sono attualmente sproporzionati rispetto alla resa: 64 kg di CO2 e 112 litri d’acqua per grammo di proteine. La risposta al fabbisogno proteico mondiale viene anche dagli insetti. A differenza del bestiame, hanno bisogno di poco spazio e di poche risorse per essere allevati: bastano 12 litri d’acqua per grammo di proteine, e 15 metri quadri per 1kg di insetti (contro i 250 mq per 1kg di manzo). Non solo: hanno una concentrazione di proteine rispetto al peso superiore alla carne (60% dei grilli contro il 43% del pollame e il 54% del manzo), oltre che un apporto maggiore di vitamine e sali minerali essenziali.

Il mondo del foodtech europeo guarda da anni a questo settore dall’altissimo potenziale, che permette di ottenere con poche risorse e in modo sostenibile, spesso a zero waste, proteine di alta qualità che poi vengono utilizzate nei mangimi per animali da allevamento e acquacultura. La francese Ynsect, la britannica AgriProtein, l’olandese Protix, sono solo alcune delle aziende che hanno integrato l’allevamento di insetti nella loro produzione, utilizzando scarti dell’industria alimentare per nutrirli e riutilizzandoli a loro volta come fonte di proteine per agricoltura e allevamento. A metà febbraio Protix ha raccolto oltre 15 milioni di euro di fondi da nuovi investitori per espandere e ottimizzare la sua produzione. L’azienda olandese spiega sul suo sito di avvalersi anche dei fondi del Programma Europeo per lo Sviluppo Rurale per studiare soluzioni di smart farming orientate agli insetti, con lo scopo di arrivare alla creazione di un software che ottimizzi la gestione dell’allevamento in ottica di economia circolare.

Il passo in più, dopo il via libera UE alla produzione di tarme della farina per il consumo alimentare umano dello scorso 4 maggio, lo stanno facendo due startup italiane, che hanno l’obiettivo dichiarato di portare gli insetti sulle nostre tavole. Fucibo è il primo marchio italiano di insetti trasformati, e 21bites è un ecommerce che vende in tutta Europa i super food del futuro (oltre agli insetti anche alghe, moringa, baobab e canapa). Alle spalle hanno l’intraprendenza di due giovani imprenditori, Lorenzo Pezzato e Davide Rossi, convinti della necessità di coniugare sostenibilità, innovazione e gusto, proponendo i cibi che conosciamo rivisitati con un nuovo ingrediente. Gli insetti, appunto, che, trasformati in farine, entrano nella composizione di pasta, crackers, chips e barrette, tutti ad alto contenuto proteico. Fucibo, in particolare, propone una produzione 100% Made in Italy di alimenti della tradizione, adattando i nuovi ingredienti al gusto e alle abitudini di casa nostra.

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