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Lenzi (Hci): "Urbanizzazione ha impatto significativo su nostre vite"

"Oltre il 55% della popolazione mondiale vive in città, salute urbana è un problema"

(Fotogramma)
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16 dicembre 2021 | 11.41
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"L'urbanizzazione ha un impatto significativo sulla salute. Oltre il 55% della popolazione mondiale (circa 8 miliardi di persone) vive già oggi in aree urbane, una percentuale che dovrebbe arrivare al 75% entro il 2050. Poiché la maggior parte della futura crescita avverrà nelle città in via di sviluppo, il mondo oggi ha un'opportunità unica per guidare l'urbanizzazione e altre importanti tendenze di crescita senza sacrificare la salute dei suoi cittadini. La salute urbana è diventato un problema. Per questo motivo, circa 8 anni fa è stato istituito l'Health City Institute: siamo un think tank, un gruppo di amici che si è messo insieme perché nonostante le biotecnologie, i farmaci e la capacità clinica e tecnica che abbiamo, la medicina da sola non è più in grado di garantire una salute all'individuo prescindendo dai fattori di rischio legati alla vita cittadina. Serve un'alleanza con gli amministratori locali, quindi con i sindaci dell'Anci, di conseguenza con il decisore politico (Presidenza del Consiglio), ma anche con igienisti, esperti della programmazione urbana e psicologi".

Così Andrea Lenzi, presidente Health City Institute (Hci) e presidente del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita (Cnbbsv) della Presidenza del Consiglio dei ministri, intervenendo in occasione del talk 'Urban health. Respirare in città', settimo webinar promosso e organizzato da Alleati per la Salute, il portale dedicato all'informazione medico-scientifica realizzato da Novartis. Ripensare gli stili di vita e ridisegnare gli spazi urbani affinché rispondano alle domande di salute dei cittadini di oggi (secondo il principio cardine del Pnrr), ma che guardino al futuro prevenendo effetti ambientali catastrofici per la salute: questi i temi affrontati nel corso del dibattito che ha visto anche la partecipazione di Diego Bagnasco, medico chirurgo, specialista in malattie dell'apparato respiratorio, e di Lorenzo Cecchi, presidente eletto dell'Associazione allergologi, immunologi italiani territoriali e ospedalieri (Aaiito).

"L'aggregazione urbana è un modo di vita terribilmente diffuso - sottolinea Lenzi - Questo comporta una vicinanza tra un individuo e l'altro, lo abbiamo visto con il Covid che ci ha detto 'vi faccio vedere cosa fa un virus in una città piuttosto che a bordo di un aereo'. Abbiamo avuto una esemplificazione che aggregarsi in una città senza prevedere qualcosa sia per le malattie trasmissibili come il Covid sia per le malattie non trasmissibili, come diabete e malattie cardiovascolari e respiratorie, è oltre che disastroso irreversibile. Con l'Associazione nazionale Comuni italiani, visto che il sindaco è responsabile della salute dei cittadini, abbiamo stretto un'alleanza. E' evidente che la scienza deve mettere a disposizione non solamente ed esclusivamente medicine, ma anche modalità di vita e di sopravvivenza in questa situazione. La soluzione non è dire 'non venite in città', perché non solo si sta meglio ma è socialmente impossibile da imporre, a meno che non si creino le condizioni perché si possa lavorare anche a centinaia di chilometri di distanza dal posto di lavoro. Con la rete 5G, quando sarà realizzata in tutta Italia, forse sarà possibile".

Lo scorso luglio - è emerso dal talk - è stato presentata, in collaborazione fra Anci, Hci e Cnbbsv, l'Italian Urban Health Declaration, un documento che raccomanda ai governi dei Paesi del G20 di impegnarsi a sviluppare politiche e azioni per investire nella promozione della salute e del benessere delle città. A tale proposito, Lenzi ha ricordato i motivi che hanno spinto l'Health City Institute a proporre l'istituzione della figura dell'health city manager. "Abbiamo fatto un accordo con le università, che hanno costruito un percorso di formazione, e con Anci per creare delle figure professionali che siano nello staff del sindaco. Figure trasversali prese da molti Comuni italiani, i più grandi, perché con le loro competenze fanno da collante tra i vari assessori (ambiente, urbanistica, trasporti) consentendo di dialogare fra loro e, di conseguenza, di produrre città più sane".

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