
Il segretario generale della Cgil in occasione della presentazione dei dati del tesseramento
L'obiettivo "è raggiungere il quorum". Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, parla del referendum in occasione della presentazione dei dati del tesseramento. "Siamo consapevoli che per raggiungere il quorum bisogna convincere quelli che a votare non ci vanno, parlare con chi pensa che votare non serve a nulla" e "fare in modo che le persone utilizzino il diritto a votare" perché "il referendum è lo strumento che consente a ogni cittadino, quel giorno, di essere in parlamento. Cambiando leggi balorde - sottolinea Landini - le persone avranno diritti e tutele in più. Siccome il parlamento, in questi anni, ha fatto leggi peggiorative per i lavoratori, il referendum consentirà alle persone di prendere la parola e, con il proprio voto, cambiare per migliorare la vita di milioni di persone".
"Le due giornate dell'11 e del 12 aprile a Milano formalmente diventano l'avvio ufficiale della campagna elettorale referendaria", dice Landini. In particolare, "il 12 aprile ci saranno iniziative in tutte le città d'Italia e anche in alcune città all'estero" tra cui Parigi e Barcellona. Dall'incontro di ieri governo-imprese, "mi sarei aspetto che per prima cosa la presidente del Consiglio dicesse che nessuna impresa deve delocalizzare la produzione: questo dovrebbe essere un primo punto chiaro ed esplicito. Poi c'è un primo dato che si commenta da solo, e cioè che il governo ha incontrato le imprese e non le organizzazioni sindacali". Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini in occasione della presentazione dei dati del tesseramento, parlando dei dazi.
Per Landini, a fronte dei dazi imposti dagli Usa "l'Ue deve essere in grado di avere una sua posizione e una sua politica. Va respinta la stagione delle singole trattative degli Usa con il resto del mondo. Troverei folle che il nostro paese andasse in questa direzione", sottolinea il leader della Cgil. "Vediamo una certa confusione nel governo su come affrontare questa situazione", aggiunge.
La volontà annunciata dalla premier Giorgia Meloni di utilizzare il Pnrr e i fondi di coesione, cui potrebbero aggiungersi risorse dal fondo per il clima, "rischia di configurarsi come un saccheggio: i soldi del Pnrr e i fondi di coesione non devono essere ridistribuiti a pioggia alle imprese ma usati per risolvere ritardi infrastrutturali e tecnologici. Noi non siamo d'accordo" tanto più "se si mette in discussione il green deal".