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Fisco, tributaristi su riforma: "Bene maggiore interoperabilità banche dati della Pa"

Il presidente Alemanno: "Il concordato biennale preventivo, ferma restando la valutazione del testo definitivo del decreto, sarà giudicabile oggettivamente solo nella sua applicazione concreta"

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03 novembre 2023 | 12.25
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Apprezzamento da parte dell’Istituto nazionale tributaristi (Int) circa l’attività legislativa sull’attuazione della delega fiscale, il presidente dell’Int Riccardo Alemanno, ribadisce il plauso al Governo che sta mantenendo una tabella di marcia in linea con quanto aveva annunciato il vice ministro del Mef Maurizio Leo. I tributaristi Int sono concentrati sul prossimo decreto che conterrà le norme del concordato biennale preventivo, un istituto innovativo che si basa sulla capacità dell’Amministrazione finanziaria di utilizzare l’ enorme numero di dati in suo possesso relativi all’attività di ciascun singolo contribuente.

“Mi auguro che anche grazie all’istituto del concordato finalmente si raggiunga una maggiore interoperabilità delle banche dati in possesso della Pubblica amministrazione - dichiara Alemanno, che precisa - il concordato biennale preventivo, ferma restando la valutazione del testo definitivo del decreto, sarà giudicabile oggettivamente solo nella sua applicazione concreta, valutando attentamente le proposte dell'amministrazione finanziaria, poiché ogni attività produttiva ha delle variabili soggettive che andranno soppesate prima di assumere decisioni in merito. Inoltre il concordato preventivo sarà proposto alle imprese e professionisti che avranno almeno un voto pari a 8, derivante dall’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (isa)".

"Ciò - avverte - implica una revisione di questi indici, peraltro annunciata dal Mef, che troppo spesso non tengono conto di realtà gestionali a cui non si possono applicare calcoli matematici, mi riferisco per esempio alle risultanze derivanti dal numero di addetti cioè coloro che a vario titolo operano nell’impresa o nello studio professionale, dipendenti, collaboratori, soci o titolari. Abbiamo ribadito più volte la necessità di rettificare i conteggi relativi agli addetti, riducendo del 20 % l’incidenza sui ricavi relativamente alle figure di lavoro autonomo dei coadiuvanti delle imprese familiari, dei titolari, dei soci, inoltre, nelle realtà meno strutturate, di considerare il primo dipendente al 50%, poiché nell’ambito di un esercizio commerciale o di un piccolo studio professionale, un dipendente sicuramente contribuisce all’incremento di produttività ma permette anche al titolare di non chiudere l’attività in caso di malattia o di consentirgli di svolgere quella attività amministrativa che è sempre più importante nella gestione di imprese e studi professionali, ma che evidentemente sottrae tempo all’attività produttiva". Massima disponibilità da parte dei tributaristi, nel loro ruolo di intermediari fiscali abilitati, a collaborare all’attuazione del concordato preventivo seguendo i propri assistiti nelle decisioni da assumere, ma anche la richiesta di attenzione alla soggettività delle micro e delle piccole attività produttive.

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