Nell'anno in cui è Capitale europea della cultura la città d'arte del Banato si afferma come nuova destinazione a portata di voli diretti
Raggiungerà il mezzo milione di visitatori nel 2023 Timisoara, la terza città della Romania, quella più a Ovest, al confine con Serbia e Ungheria, che quest’anno è Capitale europea della Cultura. Un titolo - che condivide con l’ungherese Veszprem e la greca Elefsina - che da centro universitario e industriale, molto frequentato da studenti e imprenditori ma ancora poco dai turisti, la proietta come nuova destinazione europea, città d’arte con una vivace vita culturale e a portata di voli diretti anche dall’Italia. Una destinazione per un city break, raggiungibile da diverse città italiane in poco meno di due ore, in ogni periodo dell’anno. A incoronarla come ‘top destination’ nel 2023, tra gli altri, The Independent e anche Time Magazine la annovera tra i migliori posti da visitare quest’anno. E i numeri di quanto Timisoara2023 ha da offrire parlano da soli: 1.000 eventi e programmi prodotti localmente; 300 giorni di mostre; 40 festival; 2.500 artisti e operatori culturali coinvolti; oltre 30 paesi rappresentati.
Se nelle guide si legge che è conosciuta come ‘Piccola Vienna’, per l’architettura secessionista simile a quella della capitale austriaca, che testimonia gli oltre due secoli di appartenenza all’impero asburgico seguiti alla dominazione ottomana che invece non ha lasciato segni, Timisoara - al centro della storica regione del Banato, ponte fra l’impero astro-ungarico e il Sud-Est europeo - è soprattutto una città multiculturale. Con i suoi oltre 300mila abitanti, più 40mila studenti che hanno scelto le sue 4 università (la più antica, il Politecnico, ha già compiuto cento anni), conta 21 gruppi etnici di 18 religioni. Un grande laboratorio di tolleranza, dove romeni, serbi, ungheresi, solo per citare i gruppi maggiori, ma anche i tanti italiani che dagli anni Novanta l’hanno scelta per nuovi investimenti o per delocalizzare, vivono in armonia. Ognuno con la sua storia e con la sua basilica, come salta agli occhi passeggiando intorno alla sua piazza più famosa, Piata Unirii.
“Una città costruita da generazioni di persone nel rispetto per la diversità etnica e religiosa, con coraggio, con un certo scetticismo verso il potere ma con gratitudine verso il suo passato e con sete di futuro”, come la definisce il suo sindaco, Dominic Fritz, originario della Germania, e alla guida del Comune dalle ultime elezioni del 2020.
Ed è proprio per iniziativa del nuovo sindaco e di Simion Giurca, per 25 anni direttore dell’ente romeno del turismo a Vienna, che è nata lo scorso anno la prima Associazione per la promozione turistica di Timisoara, in procinto di diventare Destination Management Organization. Un segnale che i tempi erano maturi per compiere un salto di qualità sul fronte turistico e cogliere appieno le opportunità del riconoscimento di Capitale europea della cultura.
“Timisoara2023 è il primo evento importante che come Associazione affrontiamo. La città si deve promuovere, l’obiettivo è quello di posizionare Timisoara come destinazione internazionale, culturale, autentica e attrattiva, per storia, architettura, enogastronomia. Prima del 2023 a Timisoara il turismo era soprattutto d’affari, ma ora vogliamo promuoverla anche per un turismo leisure, che offra esperienze culturali diversificate. Oggi vediamo che i turisti che visitano Timisoara in questo 2023 hanno interessi culturali e questo è fondamentale. Il messaggio che vogliamo lanciare è proprio questo: attrarre turisti culturali”, afferma Simion Giurca, direttore esecutivo dell’Associazione per la promozione turistica di Timosoara.
E il bilancio di questo importante anno è sicuramente positivo. “Siamo molto soddisfatti - dichiara Ovidiu Megan, direttore esecutivo dell’Associazione Timisoara2023 - di come sta andando. Abbiamo vinto il titolo di Capitale europea della cultura grazie a un programma di valore. L’obiettivo era, da un lato, di attrarre la gente verso la cultura con eventi popolari; basti pensare che prima solo il 6% della popolazione romena era coinvolto in eventi culturali e ora siamo riusciti a coinvolgere persone anche dalle periferie. Dall’altro lato, offrire eventi di livello con artisti internazionali di primo piano, tra cui anche Premi Nobel, e promuovere contatti con le più importanti gallerie di arte moderna del mondo. Solo nel mese di settembre abbiamo 40 eventi a settimana”.
Tra i prossimi eventi in programma, tra performance, spettacoli e installazioni: George Enescu International Festival; Simultan Festival; Eurothalia-European Theater Festival; Taifas-Balkan Film, Art and Culture Festival; il Media Art Festival nella vicina Arad; la terza edizione del Dinam, workshop per danzatori professionisti; la conferenza internazionale ‘Sci-art your life’; la mostra Brancusi nel Museo nazionale di arte (che al suo interno ha creato il primo laboratorio di restauro ‘a vista’, visibile visitando le sale); e prosegue, fra le altre, l’esposizione ‘After sculpture-Sculpture after’, allestita nei suggestivi spazi dismessi di una storica caserma del centro.
“Continuiamo a vedere arrivare molti turisti, gli hotel - assicura Megan - sono quasi sempre pieni, così come gli appartamenti e i b&b, che sono nati proprio in questa occasione e offrono elevati standard di qualità. In un anno, i visitatori sono cresciuti del 175%, di cui il 20% prenota almeno una settimana prima, il soggiorno medio è di 4 notti; il 49% viene da distanze inferiori ai 400 km, quindi da aree circostanti, ma certamente i voli diretti aiutano a far arrivare turisti anche da distanze di medio raggio”.
A confermare il boom dei turisti anche l’Associazione di promozione. “Nei primi sei mesi dell’anno - riferisce Giurca - abbiamo registrato, stando ai dati raccolti con gli albergatori, 180mila presenze negli hotel e stimiamo di chiudere l’anno con un totale di 500mila. Molto buono anche il dato dei partecipanti agli eventi, che a fine giugno era di 600mila e qui l’obiettivo è di arrivare a 1 milione a fine 2023. Nel centro della città la percentuale di occupazione delle camere è molto alta, in media del 90%. Un risultato già ottimo, considerando la guerra in Ucraina, che ha penalizzato il turismo in tutto l’Est Europa, e la crisi economica, oltre alle conseguenze della pandemia. Per settembre gli alberghi sono già pieni e, per la prima volta, si riempiono anche nei weekend, segnale che la clientela è turistica e non solo business, che normalmente soggiorna nei giorni infrasettimanali. Anche l’indotto per il commercio è molto soddisfacente, i negozianti stimano un 30% in più”.
Giurca, che tuttora è segretario generale di Corps touristique Austria, che raggruppa gli enti del turismo che operano nel mercato austriaco e tedesco, traccia anche l’identikit dei turisti di Timisoara: “Al primo posto come mercato di turismo c’è la Germania, collegata con 3 voli diretti e dove abbiamo fatto una buona azione di promozione. Al secondo posto l’Austria e al terzo l’Italia. Senza considerare i serbi, che essendo a pochi chilometri per lo più sono visitatori che non si fermano”.
“Con l’Italia abbiamo cominciato più tardi la promozione, a partire dalla Bit di quest’anno a Milano e contiamo di partecipare anche al Ttg di Rimini a ottobre per dare un segnale. L’aspettativa è che il turismo italiano aumenti. Quello italiano è un mercato importante per noi, qui vive una grande comunità italiana fatta di imprenditori che sono venuti a investire, che portano contatti e a loro volta nuovi visitatori. Del resto, tra Romania e Italia ci sono legami molto forti, siamo due paesi latini, con ottime relazioni di amicizia. E gli italiani qui sono molto apprezzati”, rimarca Giurca, fresco di riconoscimento anche del Golden Apple Award ricevuto quest’anno dalla Federazione mondiale dei giornalisti di turismo.
In questa che è la regione economicamente più sviluppata della Romania, dopo Bucarest, dove il Pil pro-capite raggiunge il 75% rispetto alla media europea, Timisoara2023 è stato anche un formidabile motore di sviluppo. Sul piano delle infrastrutture, ad esempio, è stata l’occasione per un ampliamento dell’aeroporto internazionale e per rinnovare la stazione centrale, Gara Nord. E poi spazi portati a nuova vita, siti industriali trasformati. Anche nell’edilizia e nell’immobiliare, che assorbe la metà degli investimenti del settore di tutto il paese, sempre eccettuata la capitale, c’è un grande fermento.
“La maggior parte degli oltre 10mila edifici storici che si trovano in città è stata ristrutturata per il 2023 o è in corso di ristrutturazione. Sono aumentati pure gli edifici adibiti a uffici, infatti è aumentato il potere attrattivo anche come area business. Timisoara oggi è la seconda città romena dopo Bucarest per gli investimenti esteri”, dice Ovidiu Megan, che è anche docente presso la Business School di una delle quattro università presenti in città.
Importante hub per l’industria dell’automotive e più recentemente della produzione di biciclette (se ne producono circa 1,5 milioni l’anno per il mercato nazionale e internazionale), Timisoara ora vede nel turismo anche una nuova opportunità di occupazione. “Ora la maggior parte della popolazione è impiegata nell’industria - osserva Megan - ma dopo il 2023 ci aspettiamo un boom nel settore turismo e ospitalità. Stanno aumentando pure gli studenti che scelgono le nostre università, tra il 15 e il 30% in più, anche gli italiani, che si iscrivono soprattutto a Medicina. E sono aumentati gli iscritti alle facoltà culturali”. Megan tiene a precisare che “per Timisoara2023 è stato creato un gruppo di 3mila volontari, il più grande fra le tre Capitali della cultura del 2023, e che saranno i manager del domani”.
Del resto, Timisoara - ‘Timis’ come la chiamano affettuosamente i romeni - è la città dei primati: prima città europea ad avere l’illuminazione elettrica delle strade (1884); l’unica con tre teatri nazionali, ciascuno con una programmazione nella sua lingua (romeno, tedesco, ungherese); prima città della Romania con un canale navigabile, il Bega, la cui regolamentazione risale al 1728, e con una tramvia trainata da cavalli, in servizio già nel 1869. Qui è nata la più antica birreria del paese, risalente al 1718, e qui si concentra il maggiore numero di monumenti storici della Romania, oltre 900. Per non dire che qui nacque nel 1892 il ‘nostro’ Francesco Illy, capostipite della famiglia del caffè.
E’ nota anche come la città dei parchi e dei fiori, con il più antico che risale al 1862, e poi c’è quello delle rose, quello dei bambini, il giardino botanico e anche il parco della giustizia. Ha un’area verde ciclabile che corre lungo il fiume Bega (attraversabile anche in vaporetto), che conduce fino al confine con la Serbia in 37 km, nella più lunga pista della Romania. Poi, in questa città dove i negozi più belli e ancora molto frequentati sono le librerie, è nata la prima biblioteca pubblica dell’impero astro-ungarico e il primo giornale stampato dell’Europa del Sud-Est (1771). Mentre il primo concerto sinfonico della Filarmonica del Banato si tenne nel 1871.
E, soprattutto, Timisoara è la prima città della Romania ad essersi liberata dal comunismo, una conquista che l’ha fatta balzare agli onori delle cronache di tutto il mondo in quelle famose giornate di fine 1989. Proprio qui, infatti, il 16 dicembre 1989 cominciò quella rivolta che doveva portare nel giro di pochissimi giorni alla caduta, dopo 24 anni, del regime di Ceausescu. Tracce degli spari contro la popolazione che manifestava in strada sono ancora visibili in alcuni palazzi su piazza Victoriei e oggi la memoria di quei giorni viene custodita non solo in un Memoriale che offre ai visitatori un’idea della vita in epoca comunista e la ricostruzione dei fatti di quel drammatico dicembre 1989, ma anche nel piano regolatore urbano che preserva le tracce storiche a ogni angolo. E una nuova location è pronta, in piazza Libertatii, a ospitare il nuovo museo nazionale della rivoluzione anti-comunista, in questa città che orgogliosamente rivendica il suo glorioso passato, che è storia recente e mai dimenticata.
Nella cerimonia di chiusura di Timisoara2023, in programma proprio nel mese di dicembre, tra l’8 e il 10, non potrà mancare, quindi, anche un momento di commemorazione per le vittime del dicembre 1989. In questo speciale 2023, infatti, il rapporto delle persone con la loro comunità è stato il fulcro di tutto il progetto della Capitale europea della cultura. Una grande opportunità per capire lo spirito e vivere la storia di Timisoara, città di idee e di innovazione, con quel valore aggiunto rappresentato proprio dal suo essere multiculturale. Alla sua storia e ai suoi primati è ispirato anche lo slogan di Timisoara2023, ‘Shine your light! Light up your city!’, che invita appunto i cittadini a esprimere liberamente i propri valori come una sorta di luce interiore - che si accende come quella che nell’Ottocento illuminò per prima le strade cittadine - ma anche a rimuovere l’oscurità e la passività che li circondano attraverso un percorso di partecipazione civica e culturale.
Da qui riparte la sfida per il futuro di Timisoara, oltre il 2023. “La sfida, dopo il 2023, sarà quella di mettere a sistema - avverte Ovidiu Megan - quanto fatto per la Capitale europea della Cultura. Insieme al Comune abbiamo deciso, proprio in una riunione nei giorni scorsi, di monitorare ogni campo culturale per mantenere alto il livello dell’offerta e organizzare almeno 2-3 eventi di qualità per ogni ambito culturale ogni anno. Si andrà avanti anche con gli investimenti nelle infrastrutture, su cui il Comune ha puntato molto, anche per creare nuove location per eventi: ad esempio, servirebbe una grande hall per eventi culturali e sportivi. Ci aspettiamo, come sempre avviene per le Capitali europee della cultura, che il flusso di turisti prosegua anche l’anno prossimo, ma la sfida è mantenere l’attrattività turistica soprattutto per gli anni a venire. Timisoara è una città multiculturale e una destinazione da promuovere da sola come città d’arte”.
Per Simion Giurca, “è importante fare promozione per cambiare la percezione del paese”. “E’ importante anche fare sinergia - aggiunge - tra gli enti del turismo delle diverse regioni del paese: insieme possiamo contare di più e far vedere che fra le destinazioni turistiche esiste anche la Romania. Ovviamente, poi, chi decide dove andare è il turista, ma possiamo aiutarlo a orientarsi dandogli la migliore informazione sulle destinazioni. Dobbiamo fare promozione nell’interesse del turista perché solo così un giorno deciderà di venire, rispettandolo e mantenendo le promesse, anzi offrendo di più di ciò che si promette. Se il turista è contento, sarà per noi una vera e propria cassa di risonanza. Dunque, ogni visitatore è la base dello sviluppo turistico del domani”.
E anche gli operatori del settore in città cominciano a crederci. “In un paese che dopo la rivoluzione del 1989 - ricorda Giurca - ha vissuto una fase di incertezza e di forte emigrazione, le cose hanno cominciato a cambiare dopo l’ingresso della Romania nella Ue nel 2007; molta gente è anche tornata e ora ci sono nuove chance per chi decide di restare. Il maggiore vantaggio della Capitale europea della cultura per gli abitanti è proprio che hanno visto una speranza di rinascita, di vivere in un posto migliore, con un futuro migliore”. E questa è la maggiore sfida di Timisoara2023.