Il Boeing 777 con a bordo 227 passeggeri e 12 membri dell'equipaggio, è scomparso durante il volo da Kuala Lumpur a Pechino l'8 marzo 2014
La Malesia ha accettato di riprendere le ricerche del relitto del volo MH370 della Malaysia Airlines scomparso l’8 marzo 2014 con 227 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio a bordo. Lo ha annunciato il ministro dei Trasporti Anthony Loke, secondo il quale la proposta avanzata dalla società di esplorazione statunitense Ocean Infinity per avviare una nuova operazione di ricerca in una nuova area dell'Oceano Indiano meridionale "è solida e merita di essere presa in considerazione".
Loke ha dichiarato in conferenza stampa che l'azienda, che aveva anche condotto l'ultima ricerca dell'aereo conclusasi nel 2018, riceverà 70 milioni di dollari se i resti ritrovati saranno consistenti. "La nostra responsabilità, il nostro obbligo e il nostro impegno sono rivolti ai parenti più prossimi. Ci auguriamo questa volta di avere successo", ha affermato. "Sono fiduciosi riguardo all'area proposta", ha dichiarato il ministro aggiungendo che il contratto durerà 18 mesi. L'accordo tra il governo della Malesia e Ocean Infinity sarà finalizzato all'inizio del 2025.
Il Boeing 777 è scomparso durante il volo da Kuala Lumpur a Pechino dieci anni fa. Nonostante le ricerche più ampie nella storia dell’aviazione, l’aereo non è mai stato ritrovato e ancora oggi, dopo dieci anni, non si conoscono le cause della sua scomparsa, e neppure il preciso il punto in cui l’aereo precipitò.
Ci sono molte teorie sulla scomparsa dell’aereo. Inizialmente gli investigatori malaysiani non avevano escluso la possibilità che fosse stato deliberatamente portato fuori rotta con un atto deliberato del pilota Zaharie Ahmad Shah, un professionista esperto che all’epoca aveva 53 anni.
Più di 150 passeggeri cinesi erano sul volo e i parenti hanno chiesto un risarcimento alla Malaysia Airlines, alla Boeing, al produttore di motori Rolls-Royce e al gruppo assicurativo Allianz, tra gli altri.
I detriti, alcuni confermati e altri ritenuti provenienti dall'aereo, si sono depositati lungo le coste dell'Africa e sulle isole dell'Oceano Indiano.
Nel 2018 la Malaysia ha incaricato la Ocean Infinity di effettuare ricerche nell'Oceano Indiano meridionale, offrendo di pagare fino a 70 milioni di dollari se avesse trovato l'aereo, ma ha fallito in due tentativi.
A ciò ha fatto seguito una ricerca subacquea da parte di Malesia, Australia e Cina in un'area di 120.000 chilometri quadrati (46.332 miglia quadrate) dell'Oceano Indiano meridionale, basata sui dati delle connessioni automatiche tra un satellite Inmarsat e l'aereo.