Il presidente ucraino: "Usa e Gb guardano mentre i soldati nordcoreani si preparano"
L'Ucraina è in difficoltà e perde soldati, la Russia guadagna terreno giorno dopo giorno e si prepara a schierare anche i soldati nordcoreani nella guerra in corso da quasi 1000 giorni. Kiev arranca e il presidente Volodymyr Zelensky alza i toni, puntando il dito contro l'immobilismo degli alleati.
"Ora riusciamo a vedere tutti i siti in cui la Russia sta radunando i soldati nordcoreani sul suo territorio. Potremmo centrarli preventivamente, se avessimo la capacità di colpire abbastanza lontano. Tutto dipende dagli alleati", dice il presidente, ribadendo la richiesta di missili a lungo raggio e evidenziando ancora una volta la necessità di ottenere l'ok per colpire obiettivi militari in territorio russo.
Gli Stati Uniti hanno fornito a Kiev i missili Atacms ma Washington non autorizza il lancio in territorio nemico. In questo quadro, dice Zelensky, i partner di Kiev preferiscono "aspettare che l'esercito nordcoreano inizi a colpire gli ucraini invece di fornire le armi a lungo raggio di cui hanno estremo bisogno. L'America resta a guardare, il Regno Unito resta a guardare, la Germania resta a guardare".
"Chiunque al mondo -dice ancora- voglia veramente fermare la guerra della Russia contro l'Ucraina e evitare che si espanda dall'Europa ad altre regioni, non può limitarsi a guardare. Dobbiamo agire, è necessario che alle parole contro l'escalation e l'espansione della guerra corrispondano azioni".
Le parole di Zelensky arrivano in un momento particolarmente critico. Secondo le stime di Bloomberg, la Russia continua a guadagnare terreno con un trend che appare consolidato. Dal 6 agosto, le forze di Mosca hanno preso il controllo di 1.146 km quadrati, circa il 25% in più di tutto il territorio conquistato nei primi 7 mesi dell'anno. La strategia di Mosca, nel Donetsk, punta verso Pokrovsk e Kurakhovo, nodi logistici che consentirebbero di organizzare la successiva fase dell'offensiva verso ovest.
Zelensky recentemente ha dichiarato che l'Ucraina ha ricevuto solo il 10% degli aiuti autorizzati a maggio dal Congresso degli Stati Uniti. Inoltre, Kiev attende almeno 6 sistemi di difesa aerea promessi da altri paesi. Intanto, il Pentagono ha annunciato nuovi aiuti. Il pacchetto della Presidential Drawdown Authority (Pda), del valore stimato di 425 milioni di dollari, fornirà ulteriori capacità per soddisfare le esigenze più urgenti, tra cui intercettori per la difesa aerea, munizioni per sistemi missilistici e artiglieria, veicoli blindati e armi anticarro.
Nello specifico, il pacchetti include: munizioni per i sistemi missilistici superficie-aria avanzati nazionali (Nasams), missili Stinger, apparecchiature e munizioni per sistemi aerei senza equipaggio (c-Uas), munizioni aria-terra, munizioni per sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (Himars), munizioni per artiglieria da 155 mm e 105 mm, missili Tube-launched a tracciamento ottico filoguidati (Tow), sistemi anti-carro Javelin e At-4, carrelli corazzati Stryker, armi leggere e munizioni, attrezzature mediche, attrezzature e munizioni per la demolizione, pezzi di ricambio, attrezzature ausiliarie, servizi, formazione e trasporto.
Il problema principale per il paese, però, non è rappresentato dalla carenza di armi. All'Ucraina, evidenzia il New York Times citando informazioni provenienti dal Pentagono, mancano uomini e la situazione, senza un'inversione di rotta, rischia di precipitare nel giro di 6-12 mesi.
Kiev ha trasferito alcune brigate nella regione russa di Kursk, invasa all'inizio di agosto, spostando reparti che avrebbero dovuto agire nel Donetsk o lungo il fronte meridionale, con la prospettiva di una controffensiva nel 2025.
Ora il quadro cambia. L'Ucraina non pare intenzionata a modificare le leggi relative all'arruolamento e, nonostante il pressing di alcuni politici americani, non pare intenzionate a coinvolgere i giovanissimi: ad oggi, al fronte vanno i 25enni o uomini di età superiore. Il gap con la Russia, che recluta 25-30mila soldati ogni mese, rischia però di allargarsi fino a diventare incolmabile.