
Generale simbolo della resistenza ucraina, è stato spedito a fare l’ambasciatore a Londra ma pianifica la sua “seconda vita” in politica
Valery Zaluzhny è nato l'8 luglio 1973 a Novohrad-Volynskyi, nella regione di Zhytomyr, in una famiglia con una forte tradizione militare. Dopo aver completato gli studi presso l'istituto tecnico della sua città nel 1993, ha frequentato l'Accademia Militare di Odessa, laureandosi con lode nel 1997. Da quel momento, ha iniziato una rapida ascesa nei ranghi delle Forze Armate ucraine, ricoprendo ruoli di comando sempre più rilevanti.
Dopo il 1997, Zaluzhny ha servito come comandante di plotone, compagnia e battaglione. Nel 2007 ha conseguito una seconda laurea presso l'Accademia Nazionale di Difesa dell'Ucraina, specializzandosi nell'impiego operativo delle unità meccanizzate e corazzate.
Il conflitto nel Donbass, scoppiato nel 2014 con l'annessione russa della Crimea e la guerra tra Kiev e i separatisti filorussi, ha segnato un momento cruciale per la sua carriera. Zaluzhny ha servito come vice comandante del settore "C" nella regione di Donetsk, diventando una figura chiave nella resistenza ucraina.
Nel 2017, è stato promosso a capo di stato maggiore e primo vice comandante del Comando Operativo "Ovest", mentre nel 2018 ha assunto il comando dello Stato Maggiore Operativo Congiunto delle Forze Armate Ucraine. L'anno successivo è stato nominato comandante del Comando Operativo "Nord", con il compito di rafforzare la difesa nelle regioni settentrionali del paese.
Il 27 luglio 2021, il presidente Volodymyr Zelensky lo ha nominato comandante in capo delle Forze Armate ucraine, affidandogli il compito di modernizzare l'esercito e renderlo più vicino agli standard Nato. Uno dei suoi primi provvedimenti è stato quello di concedere alle unità sul campo maggiore autonomia, permettendo ai comandanti di rispondere immediatamente al fuoco nemico senza attendere ordini superiori.
L'invasione russa del 24 febbraio 2022 ha messo alla prova la sua leadership. Sotto la sua guida, le forze ucraine hanno impedito la rapida caduta di Kiev e l'esercito russo è stato costretto a ritirarsi dalla capitale dopo settimane di combattimenti. Zaluzhny è stato uno degli artefici delle controffensive ucraine che hanno permesso la riconquista di ampie porzioni di territorio nell’estate e autunno 2022, soprattutto nella regione di Kharkiv e nell'oblast di Kherson.
Durante la guerra, la sua strategia ha ricevuto elogio internazionale, e Zaluzhny è diventato un simbolo della resistenza ucraina. Il suo approccio pragmatico e la sua capacità di adattarsi rapidamente alla guerra moderna lo hanno reso popolare tra i soldati e tra la popolazione civile.
Nonostante il successo militare, nel corso del conflitto sono emerse tensioni tra Zaluzhny e Zelensky sulla gestione della guerra. Le divergenze riguardavano la strategia operativa, i piani per le controffensive e la necessità di una mobilitazione più ampia per rafforzare l’esercito.
A novembre 2023, Zaluzhny ha rilasciato un'intervista all’Economist in cui ammetteva che la guerra era entrata in una fase di stallo, facendo irritare il governo. Le tensioni sono aumentate nei mesi successivi, e l’8 febbraio 2024, Zelensky ha deciso di rimuoverlo dal suo incarico, sostituendolo con il generale Oleksandr Syrskyi.
La decisione ha suscitato forti reazioni: molti soldati e cittadini ucraini vedevano in Zaluzhny una delle figure più credibili del paese, e sondaggi recenti indicano che la sua popolarità superava quella di Zelensky.
Dopo la sua rimozione, Zaluzhny è stato nominato ambasciatore dell'Ucraina nel Regno Unito, in quello che molti analisti hanno interpretato come un tentativo di allontanarlo dalla scena politica interna. Tuttavia, il suo nome continua a essere centrale in ambito politico e militare, e diversi osservatori ritengono che potrebbe emergere come un potenziale sfidante di Zelensky nelle prossime elezioni, avendo un consenso nella popolazione anche più ampio dell’attuale presidente, il cui tasso di gradimento è al 57% (non certo al 4% come ha scritto Donald Trump).
È stato il volto militare della resistenza e resta una delle figure più rispettate nel paese. Non nasconde l’intenzione di preparare futuro politico, visto che a dicembre 2024 ha pubblicato “My War”, il primo di tre volumi autobiografici. Su Telegram, ha spiegato di quali guerra si tratti: “Primo, la guerra con le paure che impediscono di fare qualcosa. Secondo, la guerra con le persone che impediscono di raggiungere i propri obiettivi. Infine, la guerra contro le circostanze che diventano ostacoli nella vita”.