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Trump-Musk, idillio a rischio? "Dopo fase romantica la seconda è più complicata"

Cosa ha detto all'Adnkronos Alec Ross, senior advisor for Innovation per Hillary Clinton durante il suo mandato di segretario di Stato e coordinatore per il comitato Technology & Media Policy durante la campagna presidenziale di Barack Obama

Donald Trump e Elon Musk - Fotogramma /Ipa
Donald Trump e Elon Musk - Fotogramma /Ipa
22 gennaio 2025 | 14.00
LETTURA: 3 minuti

Donald Trump e Elon Musk ora vivono "una relazione quasi romantica", ma questo idillio potrebbe finire se dovesse sembrare che il proprietario di X e Tesla "stia ricevendo troppo credito e che il suo potere venga percepito come a scapito" del presidente, "allora Trump lo metterà da parte, come ha già fatto con decine di altri". Lo afferma all'Adnkronos Alec Ross, senior advisor for Innovation per Hillary Clinton durante il suo mandato di segretario di Stato e coordinatore per il comitato Technology & Media Policy durante la campagna presidenziale di Barack Obama.

"Come in molte relazioni appassionate, la seconda fase è più complicata della prima. Né Trump né Musk hanno mai avuto un capo. Finché Musk sarà disposto a dare tutto il merito a Trump, potranno mantenere il loro rapporto", prosegue Ross, che è anche distinguished visiting professor presso la Bologna Business School e autore del best-seller 'Il nostro futuro', tradotto in 24 lingue.

Perché la Silicon Valley si è schierata con Trump

Ross spiega poi i motivi per i quali la Silicon Valley da roccaforte liberal si è schierata apertamente con Trump. Tutti i ceo delle principali aziende, da Tesla a Google, da Amazon a Meta, erano sul palco vip durante la cerimonia di giuramento che i è tenuta nella Rotonda del Campidoglio. "Ci sono davvero tre motivi distinti qui. Nel caso di Musk e Tesla, si tratta di motivi ideologici. Elon Musk, a causa di alcune circostanze personali, ha cambiato orientamento politico", spiega il professore.

"Un secondo motivo riguarda un altro gruppo di stakeholder: una sorta di accordo è stato raggiunto. Nel caso di chi opera nel settore delle criptovalute, Trump ha cambiato la sua posizione su questo tema a favore di un ambiente deregolamentato, e in cambio questi leader hanno riversato tutto il loro sostegno su di lui - prosegue - Il terzo motivo è legato alla questione della regolamentazione contro la deregolamentazione. Biden ha avuto un rapporto intrinsecamente più conflittuale con Silicon Valley, imponendo regolamentazioni più severe, mentre Trump ha dichiarato che per ogni nuova regolamentazione creata, ne saranno eliminate dieci. Per questo terzo gruppo di stakeholder, si tratta principalmente del contesto generale per il mondo degli affari".

TikTok, il futuro ancora in Usa

Ross commenta quindi la vicenda TikTok, il social cinese che seconda la Corte Suprema dovrebbe cambiare proprietà, pena la messa al bando negli Stati Uniti. Con uno dei suoi primi ordini esecutivi, Trump ha dato alla piattaforma una proroga di 75 giorni per cambiare proprietà. Secondo Ross, "uno dei maggiori azionisti di TikTok è stato anche uno dei più generosi sostenitori finanziari di Donald Trump. Trump è un leader transazionale e, nel suo mondo, quel sostegno finanziario e politico si tradurrà nella presenza continuativa di TikTok negli Stati Uniti, anche se sarà necessario un trasferimento di proprietà attraverso la vendita forzata delle operazioni statunitensi".

"Il discorso di Trump? Non mi ha sorpreso"

L'ex consigliere di Hillary Clinton esprime il suo giudizio, infine, sul discorso inaugurale di Trump, tutto incentrato sul concetto di 'America First' e con pochissimi riferimenti alla politica estera. "Niente mi ha sorpreso del discorso di Trump. Governerà seguendo le politiche che ha delineato durante la campagna elettorale. Un errore che si fa spesso su Trump è pensare che non creda davvero a ciò che dice, mentre in realtà ci crede pienamente. E, con questo mandato, intende portare avanti le sue idee", ritiene Ross.

"Per quanto riguarda gli affari esteri, non facciamoci illusioni: Trump è stato molto chiaro nel suo discorso. 'America first' significa che, tra i 196 Paesi del pianeta, gli Stati Uniti sono l'unico che gli importa davvero - conclude - Non crede nelle alleanze tradizionali e ogni azione nel campo degli affari esteri sarà volta a massimizzare gli interessi individuali dell'America, indipendentemente dalla natura dei rapporti con gli altri Paesi". (di Piero Spinucci)

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