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Tajani: "Primi 4 italiani usciti da Gaza, sono in Egitto"

L'annuncio del ministero degli Esteri: i 4 volontari di Ong hanno attraversato il valico di Rafah

Il valico di Rafah
Il valico di Rafah
01 novembre 2023 | 17.03
LETTURA: 2 minuti

Quattro italiani hanno lasciato la Striscia di Gaza e stanno bene, secondo le informazioni diffuse dal ministero degli Esteri. I quatto italiani, volontari di Ong internazionali, uno dei quali con moglie palestinese, nelle scorse settimane erano già localizzati presso la base Unrwa a Rafah. Ora hanno attraversato il valico e sono in Egitto, assistiti da personale dell’Ambasciata d’Italia al Cairo, come riferisce una nota della Farnesina.

"Sono felice di confermare che un primo gruppo di italiani che avevano intenzione di lasciare Gaza è uscito dalla Striscia", ha dichiarato il vice Presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Ho appena parlato con i connazionali e con il funzionario dell’ambasciata al Cairo che li sta assistendo. Stanno tutti bene", ha aggiunto il vicepremier. "Continuiamo a lavorare adesso per gli altri italiani e congiunti che sono ancora nella Striscia. Contiamo di farli uscire con le prossime aperture, programmate da domani e per i prossimi giorni".

L’operazione, resa molto complessa dalla situazione sul terreno e dalla difficoltà nelle comunicazioni, è stata portata a termine grazie all’azione combinata dell’Ambasciata a Tel Aviv, del Consolato Generale a Gerusalemme e dell’Ambasciata al Cairo, col coordinamento dell’Unità di Crisi e l'apporto determinante della nostra intelligence. L'Ambasciata al Cairo, presente sul lato egiziano di Rafah, seguirà il successivo trasferimento dei 5, spiega la nota, riferendosi ai quattro italiani e alla moglie palestinese di uno di loro.

Oltre agli italiani, circa 450 persone hanno lasciato Gaza stamani raggiungendo l'Egitto attraverso il valico di Rafah, a seguito dell’accordo raggiunto tra autorità israeliane e egiziane. Il gruppo è formato in larga parte da cittadini internazionali, oltre che da persone con doppia cittadinanza e da palestinesi in gravi condizioni di salute, che saranno curati negli ospedali egiziani.

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