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Siria, oltre 100 morti in scontri tra curdi e filoturchi

Esplosioni a Damasco, "depositi di armi colpiti da raid israeliani"

Combattenti a Manbji (Afp)
Combattenti a Manbji (Afp)
05 gennaio 2025 | 10.20
LETTURA: 1 minuti

Sono oltre 100 i combattenti rimasti uccisi negli ultimi due giorni di scontri nel nord della Siria tra i combattenti filoturchi e le milizie curdo-arabe. Lo ha detto all'Afp Rami Abdel Rahmane, direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo cui da venerdì sera i combattimenti intorno alla città di Manbji hanno fatto 101 morti, 85 tra i gruppi filoturchi e 16 tra le Forze democratiche siriane (Sdf). Che in una nota rivendicano di aver respinto "tutti gli attacchi dei mercenari della Turchia appoggiati dai droni e dall'Aeronautica turca".

I combattenti filoturchi hanno ripreso l'offensiva contro le forze curde dopo l'avvio dell'offensiva dei ribelli contro il regime di Damasco il 27 novembre scorso, conquistando finora Manbij e Tal Rifaat, nella parte settentrionale della provincia di Aleppo. Secondo il direttore della ong con sede a Londra, l'obiettivo adesso è prendere le città di Kobane e Tabaqa, proseguendo poi fino a Raqqa, per espellere le Sdf da tutto il territorio che controllano. Ankara considera le forze curde siriane un'estensione del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) e teme la creazione di una regione indipendente tra il nord della Siria, il sudest della Turchia e il nord dell'Iraq.

Esplosioni a Damasco, "depositi di armi colpiti da raid israeliani"

Oggi almeno due forti esplosioni sono state registrate a Damasco, dove sarebbero stati colpiti depositi di munizioni appartenenti al regime di Bashar al-Assad. Lo riferiscono i media siriani. Secondo alcune fonti, le esplosioni sarebbero state causate da raid aerei condotti da Israele.

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