
"I civili sono stati uccisi in esecuzioni sommarie", denuncia l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Appello di al-Sharaa per la pace e l'unità nazionale
Più di 1.300 persone, fra cui 830 civili alawiti, sono state uccise negli scontri fra le forze di sicurezza siriane e le milizie alawite leali a Bashar al-Assad nella regione di Latakia. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, ong basata a Londra. I civili sono stati uccisi in esecuzioni sommarie, si denuncia. Il bilancio complessivo degli scontri è di 1.311 morti, tra cui 481 membri delle forze di sicurezza e lealisti fedeli al vecchio regime.
Il leader siriano Ahmed al-Sharaa ha chiesto al Paese pace e unità nazionale. "Dobbiamo fare di tutto per mantenere l'unità nazionale e la pace. Dio volendo, riusciremo a vivere insieme in questo Paese", ha affermato, in un discorso pronunciato in una moschea di Damasco. Il presidente siriano ad interim ha emanato un decreto che istituisce una commissione di inchiesta composta da sei giudici per indagare sugli scontri. Lo riferiscono i media locali, precisando che la commissione dovrà presentare le sue conclusioni al presidente entro 30 giorni.
Gli scontri sono iniziati giovedì, dopo un'imboscata su vasta scala a Jableh, a opera delle milizie alawite contro le forze siriane, che riuniscono i gruppi guidati da Hayat Tahir al-Sham.
Il governo siriano del presidente facente funzione Ahmad al-Sharaa sostiene che le esecuzioni sommarie siano state "azioni individuali" e non coordinate con le forze di sicurezza, laddove tuttavia non è ancora definito il confine con milizie non ancora inquadrate, che sono arrivate nella provincia di Latakia da tutto il Paese per partecipare all'operazione di repressione. Al-Sharaa, parlando da una moschea, ha spiegato che gli ultimi sviluppi sono inciampi "attesi" e ha lanciato un appello per l'unità nazionale.
Un residente della cittadina di Snobar ha denunciato che uomini armati hanno ucciso almeno 14 dei suoi vicini, tutti della stessa famiglia, incluso un uomo di 75 anni e i suoi tre figli, di fronte alla moglie. "Dopo hanno chiesto alla donna di consegnare l'oro che indossava per non essere uccisa anche lei". La regione è senza elettricità e acqua. I cadaveri sono impilati nelle strade, ha testimoniato un altro residente.
Le Nazioni Unite hanno chiesto lo stop immediato delle violenze in Siria. "Ci sono segnalazioni di esecuzioni sommarie su base settaria da parte di autori non identificati, da parte di membri delle forze di sicurezza delle autorità ad interim nonché da parte di elementi associati al precedente governo", ha dichiarato l'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, in una nota.
"Stiamo ricevendo segnalazioni estremamente allarmanti di intere famiglie, tra cui donne e bambini, uccise", ha aggiunto Turk, che ha quindi chiesto che "l'uccisione di civili nelle aree costiere della Siria nordoccidentale cessi immediatamente".