Il segretario alla Difesa: "Per ora fermato un invio di munizioni ad alto carico"
Stop Usa all'invio di armi a Israele contro l'offensiva a Rafah. A spiegare che gli Stati Uniti "stanno attualmente rivedendo alcuni degli invii di aiuti militari a breve termine" a Tel Aviv "nel contesto degli eventi che si stanno sviluppando a Rafah" è stato il segretario alla Difesa, Lioyd Austin, in un'audizione al Congresso, dopo che fonti dell'amministrazione Biden hanno confermato che è stato bloccato l'invio delle bombe più potenti, nel timore che venissero usate per l'offensiva a Rafah.
"Siamo stati chiari sin dall'inizio nel dire che Israele non doveva lanciare un'ampia offensiva contro Rafah senza tenere in conto e proteggere i civili che si trovano sul campo di battaglia", ha dichiarato Austin confermando che "mentre valutiamo la situazione, abbiamo fermato un invio di munizioni ad alto carico". Il capo del Pentagono ha poi precisato che non è stata ancora presa "una decisione finale su come procedere" riguardo a questo invio.
"Abbiamo sospeso una fornitura dell'assistenza a breve termine e stiamo rivedendo altri" aiuti a Israele, poi affermato il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller, precisando che, "detto questo, il nostro impegno a lungo termine per la sicurezza di Israele non è cambiato". Il portavoce, in un briefing con i giornalisti, non ha voluto precisare di che tipo di aiuti si tratti e la durata della sospensione. "Non ho una data da darvi, ma abbiamo sempre chiarito che le nostre determinazioni politiche dipendono da quelle di Israele", ha spiegato.