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Gaza, Hamas minaccia di interrompere negoziati Cairo: "Netanyahu vuole guadagnare tempo"

Usa fermano consegna di bombe a Israele. La decisione di Washington nel timore che possano essere utilizzate nell'annunciata operazione di terra, ma Idf minimizza. Riaperto valico di Kerem Shalom

Sfollati a Gaza - Afp
Sfollati a Gaza - Afp
08 maggio 2024 | 07.37
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Hamas minaccia di interrompere i negoziati in corso al Cairo accusando il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, di riportare "tutto al punto di partenza" nel tentativo di "guadagnare tempo". Lo riferisce la tv del Qatar Al-Arabi, citando una fonte di Hamas secondo cui "il movimento studierà la sua posizione dopo questo ciclo di negoziati, e le cose non saranno più come prima dell'invasione di Rafah". "Le famiglie dei prigionieri israeliani - ha aggiunto la fonte - devono sapere che l'attuale ciclo di negoziati potrebbe essere l'ultima opportunità per riavere i loro figli".

Usa sospendono invio bombe a Israele, Idf minimizza

Gli Stati Uniti hanno intanto sospeso la spedizione di bombe a Israele a causa delle preoccupazioni sul loro potenziale utilizzo nell'annunciata operazione di terra a Rafah. Lo riporta oggi il Times of Israel citando un funzionario dell'amministrazione Biden. La spedizione, trattenuta la settimana scorsa, comprende 1.800 bombe da 910 chili e 1.700 bombe da 225 chili.

Ma l'Idf minimizza la mossa senza precedenti dell'amministrazione Usa. Rispondendo a una domanda durante una conferenza organizzata dal giornale Yedioth Ahronoth, il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari ha detto che il coordinamento tra Israele e Stati Uniti sta raggiungendo "una portata, credo, senza precedenti nella storia di Israele". Ma ha poi comunque ammesso che gli alleati risolvono gli accordi "dietro le porte chiuse". E di fronte alle domande sullo stop della consegna delle bombe più potenti ha risposto: "Siamo responsabili per gli interessi di sicurezza di Israele e prestiamo attenzione agli interessi degli Usa nell'area", riporta Times of Israele.

L'amministrazione Biden ha poi confermato le notizie di aver bloccato l'invio delle bombe più potenti, quella da 910 chili e 1700 chili, nel timore che Israele le potesse usare nell'offensiva nella zona densamente popolata di Rafah, offensiva a cui Washington si oppone pubblicamente. E fonti israeliane hanno rivelato alla Nbcnews "la profonda frustrazione del governo israeliano per la decisione" che si aggiunge alla tensione provocata dal fatto che gli israeliani ritengono che gli Usa abbiano permesso che venissero colti di sorpresa dall'annuncio da parte di Hamas della proposta di tregua.

Israele riapre valico Kerem Shalom, Unrwa: "Non riceviamo aiuti"

Israele ha riapertointanto il valico di Kerem Shalom con la Striscia, chiuso domenica a seguito dell'attacco nel quale erano rimasti uccisi quattro militari. Il Coordinatore delle attività governative nei Territori ha dichiarato che il valico è stato riaperto questa mattina ai camion per l'ingresso a Gaza, secondo le "direttive adottate a livello politico". "Non stiamo ricevendo alcun tipo di aiuti nella Striscia di Gaza. Sono presenti operazioni militari nell'area del valico di Rafah, ci sono bombardamenti continui. Nella Striscia di Gaza non è entrato carburante e né aiuti, un disastro per la risposta umanitaria", ha scritto su X l'Unrwa.

Le preoccupazioni Usa

Washington si oppone a un'offensiva su larga scala preparata dalle truppe israeliane a Rafah, e ha chiarito che non sosterrà un attacco senza un piano per proteggere i civili ed evitare un’espansione della catastrofe umanitaria in corso nell’enclave palestinese. "Siamo particolarmente concentrati sull'uso finale delle bombe e sull'impatto che potrebbero avere in ambienti densamente popolati, come abbiamo visto in alcune parti di Gaza", ha detto il funzionario, aggiungendo che non è stata prese una decisione definitiva riguardo alla spedizione.

L'alto funzionario ha dichiarato al quotidiano che gli Stati Uniti hanno avuto un paio di incontri virtuali con alti funzionari israeliani negli ultimi mesi per esprimere le loro preoccupazioni riguardo a una potenziale operazione a Rafah e per presentare alternative su come Israele potrebbe colpire Hamas nella città senza ricorrere ad un'invasione su larga scala. I colloqui proseguiranno, ma la Casa Bianca ha ritenuto che non fossero sufficienti a far passare le proprie preoccupazioni, ha dichiarato l'alto funzionario. "Quando il mese scorso i leader israeliani sembravano avvicinarsi ad una decisione sull'operazione, abbiamo iniziato a rivedere attentamente i trasferimenti proposti di particolari armi a Israele che avrebbero potuto essere utilizzate a Rafah", ha dichiarato il funzionario.

La stessa fonte è sembrata confermare una notizia secondo cui gli Stati Uniti avrebbero ritardato un trasferimento a Israele di JDAM, Joint Direct Attack Munition, sistemi in grado di trasformare bombe a caduta libera in bombe guidate, chiarendo però che questo è avvenuto molto prima rispetto alla spedizione ritardata la scorsa settimana. "Per alcuni altri casi, presso il Dipartimento di Stato - e questo include i kit JDAM - stiamo continuando la revisione. Nessuno di questi casi riguarda trasferimenti imminenti. Si tratta di trasferimenti futuri", afferma il funzionario, sottolineando che le spedizioni di armi in esame provengono da fondi precedentemente stanziati e non fanno parte degli aiuti che il Congresso ha approvato per Israele il mese scorso. "Siamo impegnati a garantire che Israele riceva ogni dollaro stanziato nel supplemento", sottolinea l'alto funzionario dell'amministrazione, ricordando che gli Stati Uniti hanno appena approvato altri 827 milioni di dollari di armi e attrezzature per Israele.

Israele controlla il valico di Rafah

Ieri Israele ha effettuato quella che gli Stati Uniti hanno descritto come un’operazione “limitata” a Rafah, prendendo il controllo del valico di frontiera con l’Egitto dalla quale passano gli aiuti umanitari per la popolazione. "Questa sembra essere un'operazione limitata, ma ovviamente molto dipende da ciò che verrà dopo", ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Matt Miller. “Hanno detto chiaramente che vogliono condurre lì una grande operazione militare. Abbiamo chiarito che siamo contrari a tale operazione”.

Capo della Cia in Israele

Gli attivisti che in Israele manifestano per il rilascio degli ostaggi a Gaza hanno bloccato l'autostrada Ayalon a Tel Aviv durante le ore di punta questa mattina. I manifestanti - tra loro i parenti degli ostaggi - hanno bloccato il traffico in direzione nord allo svincolo di Rokach chiedendo un accordo con Hamas per il rilascio dei rapiti, mentre è atteso l'arrivo in Israele del capo della Cia Bill Burns. Lo riporta il Times of Israel.

Trovata altra fossa comune a Gaza

Una terza fossa comune con 49 corpi recuperati finora è stata scoperta all'interno del complesso che ospita l'ospedale di al-Shifa a Gaza City. Lo ha riferito l'agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui sono sette le fosse comuni rinvenute finora negli ospedali di Gaza, conteggiando quella al Kamal Adwan ed altre tre al Nasser, per un totale di 520 corpi recuperati.

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