
Nella notte attaccati ospedali e il sistema elettrico ferrovie. Stati Uniti e Russia al tavolo il 23 marzo in Arabia Saudita, Kiev non ci sarà. Il presidente Usa: "Putin non ha chiesto stop armi Usa". Mosca: "Colpito deposito petrolio in Russia"
Continuano anche oggi gli attacchi della Russia sull'Ucraina. All'indomani del colloquio telefonico tra Vladimir Putin e Donald Trump, nel corso del quale sarebbe stato concordato lo stop ai raid contro le infrastrutture energetiche ucraine per un mese, secondo le autorità locali, droni russi hanno colpito il sistema elettrico che alimenta le ferrovie nella regione ucraina di Dnipropetrovsk e due ospedali di Sumy, tra cui uno pediatrico
Da parte sua il presidente ucraino Volodymyr Zelensky oggi ha avuto una telefonata con Donald Trump per conoscere i dettagli del colloquio avuto ieri con Putin. Mentre l'inviato speciale di Trump per la Russia, Steve Witkoff, ha fatto sapere che i colloqui tra Washington e Mosca proseguiranno in Arabia Saudita domenica 23 marzo.
Sempre oggi il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, ha annunciato che avrà colloqui con le sue controparti russe e ucraine. "La diplomazia della navetta è difficile. È dura, ma stiamo andando avanti e indietro a ogni livello, spingendo entrambe le parti verso un cessate il fuoco e la fine della guerra", ha detto parlando con i giornalisti mentre, affiancato dai suoi consiglieri, camminava nella West Wing della Casa Bianca.
Per Zelensky "non vanno fatte ''concessioni'' alla Russia sugli aiuti militari esteri. "Non credo che dovremmo fare concessioni in termini di aiuti all'Ucraina, ma al contrario dovremmo aumentarli", ha affermato il leader ucraino che, commentando l'ok di Vladimir Putin al cessate il fuoco parziale, ha chiesto agli Stati Uniti di essere "la principale entità di controllo".
''L'Ucraina non è sola. La Russia è sola, è l'aggressore'', ha poi aggiunto Zelensky, notando che la guerra russa all'Ucraina ha cambiato la posizione dell'opinione pubblica della Svezia e della Finlandia nei confronti della Nato. ''La nostra lotta per l'indipendenza dell'Ucraina è in ultima analisi una guerra per la libertà di tutta l'Europa'', ha sottolineato Zelensky.
''L'Ucraina non è sola. La Russia è sola, è l'aggressore''. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Voldoymyr Zelensky parlando all'università di Helsinki insieme al presidente finlandese Alexander Stubb e notando che la guerra russa all'Ucraina ha cambiato la posizione dell'opinione pubblica della Svezia e della Finlandia nei confronti della Nato. ''La nostra lotta per l'indipendenza dell'Ucraina è in ultima analisi una guerra per la libertà di tutta l'Europa'', ha sottolineato Zelensky.
Il presidente ucraino ha poi aggiunto di essere pronto a inviare una nuova squadra negoziale di Kiev in Arabia Saudita, se fosse necessario. ''Al prossimo incontro in Arabia Saudita, l'Ucraina manderà un team tecnico per discutere dei dettagli del cessate il fuoco temporaneo'', ha affermato. ''Prima di tutto, saranno esperti militari, dell'energia, dei porti e di altre infrastrutture civili. Non si tratta esattamente dell'incontro diplomatico che si è già svolto'', ha aggiunto.
Nel frattempo Donald Trump smentisce che Vladimir Putin, nella telefonata di ieri, abbia chiesto agli Stati Uniti di interrompere la fornitura di armi all'Ucraina, condizione principale che il presidente russo pone per arrivare a una tregua. "Non abbiamo parlato per niente degli aiuti" degli Usa all'Ucraina. "Non ne abbiamo mai parlato", ha affermato il presidente americano in un'intervista a The Ingraham Angle su Fox News.
"Abbiamo parlato per oltre 2 ore, è stata un'ottima telefonata. Abbiamo parlato di tanti argomenti per il percorso verso la pace", dice Trump ribadendo concetti espressi più volte. "La guerra non sarebbe mai dovuta iniziare. Ci sono tante armi puntate, la Russia è in una posizione di vantaggio. Ha circondato circa 2500 soldati" ucraini nel Kursk, dice ripetendo la versione secondo cui ci sarebbero migliaia di soldati di Kiev intrappolati nella regione russa.
L'Ucraina ha ripetutamente smentito che le truppe siano accerchiate. Ma oggi Putin ha rivendicato che "le truppe russe hanno recentemente condotto una serie di operazioni rapide, piuttosto audaci ed efficaci e stanno completando la sconfitta dei nemici nella regione di Kursk". Putin ha anche ordinato ai procuratori militari di "indagare sulle atrocità" commesse dalla Forze armate ucraine nella regione russa del Kursk.
Nella notte le forze armate russe hanno lanciato sei missili balistici e 145 droni Shahed di fabbricazione iraniana contro il territorio ucraino, rende noto l'esercito di Kiev spiegando che 45 droni hanno colpito Kiev. Nel mirino dei militari russi, spiega l'esercito ucraino, sono finite 12 regioni tra cui quelle di Kiev, Sumy, Odessa, Poltava, Dnipro e Chernihiv. Nella regione del Donetsk so sono registrati feriti.
Nella regione di Dnipropetrovsk è stato colpito il sistema elettrico ferroviario, ha riferito il canale Telegram di Ukrzaliznytsia, l'azienda ferroviaria pubblica ucraina. "La mattina del 19 marzo, il nemico ha colpito il sistema elettrico ferroviario nella regione di Dnipropetrovsk con i droni. Ci sono sezioni senza corrente, ma il traffico ferroviario continua secondo il programma. Nel corso degli interventi di riparazione, il nemico ha colpito di nuovo. Fortunatamente, non ci sono state vittime", ha affermato Ukrzaliznytsia in una dichiarazione.
Attaccati anche due ospedali di Sumy, tra cui uno pediatrico, provocando danni, ma senza causare vittime. In seguito all'allarme aereo diffuso, sono stati evacuati 147 pazienti, tra cui nove con mobilità ridotta. Durante il raid, si trovavano all'interno della struttura anche 21 membri dello staff ospedaliero. Nell'ospedale accanto si trovavano invece 49 pazienti e 11 dipendenti. "I locali dell'ospedale sono stati gravemente danneggiati. E' scoppiato un incendio", ha affermato l'ufficio del procuratore generale di Kiev.
In un altro attacco russo condotto nella notte contro un edificio residenziale sempre nella regione nordorientale di Sumy è morto un uomo di 29 anni e altre tre persone sono rimaste ferite, hanno aggiunto i procuratori.
Le truppe russe hanno respinto i tentativi delle forze armate ucraine di invadere la regione di Belgorod. L'esercito nemico ha effettuato cinque attacchi nella regione. Lo ha riferito il Ministero della Difesa russo. "Al fine di creare uno sfondo negativo attorno ai colloqui tra i presidenti della Federazione Russa e degli Stati Uniti sulla risoluzione del conflitto in Ucraina - si legge nella dichiarazione - e per screditare le iniziative di pace di Trump, al mattino (alle 5,50), il regime di Kiev ha tentato di forzare le unità delle Forze armate ucraine nel territorio russo, nella parte occidentale della regione di Belgorod, in direzione degli insediamenti di Demidovka e Prilesye".
"Le forze armate ucraine - prosegue il comunicato russo - hanno impiegato fino a 200 militari e 29 unità di equipaggiamento negli attacchi, tra cui cinque carri armati, 16 veicoli corazzati da combattimento, tre veicoli del genio per lo sminamento, un'unità di sminamento a distanza Ur-77 e quattro auto. Grazie alle unità che presidiavano il confine di stato del gruppo di truppe del Nord, il fuoco dell'artiglieria e l'uso di droni Fpv, tutti gli attacchi sono stati respinti", ha sottolineato il ministero
Il ministero della Difesa di Mosca ha accusato l'esercito di Kiev di aver attaccato "deliberatamente un deposito petrolifero" in Russia e in questo modo di "voler far deragliare l'accordo" al quale stanno lavorando Putin e Trump. "E' evidente che si tratta di una nuova provocazione preparata ad hoc dal regime di Kiev, destinata a far deragliare le iniziative di pace del presidente degli Stati Uniti", si legge nella nota del ministero della Difesa russo.
Da parte sua il Cremlino fa sapere che non è stato Putin a dare l'ordine ai militari di riprendere gli attacchi contro le infrastrutture energetiche dell'Ucraina e che la pausa russa resta. Secondo il portavoce del capo dello Stato Dmitry Peskov, la volontà del presidente russo è di non rispondere agli attacchi dell'esercito ucraino contro le installazioni energetiche nella regione di Kuban, che il Cremlino considera un sabotaggio degli accordi.
In seguito agli attacchi, il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitry Peskov, ha accusato l'Ucraina di contrastare gli sforzi di Stati Uniti e Russia per risolvere il conflitto tra Mosca e Kiev. "Purtroppo, finora non c'è stata reciprocità da parte del regime di Kiev. Ci sono stati tentativi di colpire le nostre infrastrutture energetiche - ha denunciato Peskov - Questi attacchi contrastano i nostri sforzi comuni con gli Stati Uniti".
Peskov ha poi fatto sapere che Putin e Trump "si capiscono bene, si fidano l'uno dell'altro e sono intenzionati a muoversi gradualmente verso la normalizzazione dei legami".
Secondo quanto ha dichiarato a Fox News l'inviato speciale del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff, il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il Consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz torneranno domenica a Gedda, in Arabia Saudita, per colloqui su un cessate il fuoco.
Ai colloqui non parteciperà l'Ucraina, ha confermato al Guardian il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, spiegando che si tratta di colloqui bilaterali tra Washington e Mosca. In merito alla telefonata tra Trump e Zelensky, Podolyak ha spiegato che "il presidente vuole comprendere appieno il contenuto del colloquio" tra Trump e Vladimir Putin, "la cosa principale è capire come Trump vede i risultati della sua telefonata con Putin e trarne delle conclusioni".
Parlando dell'incontro allo Studio Ovale tra Trump e Zelensky, Podolyak ha detto che è stato evidente che ''si erano accumulate delle contraddizioni. Queste contraddizioni sono state poi messe sul tavolo delle trattative in Arabia Saudita e molto rapidamente sono state avviate comunicazioni formali e informali''. In seguito, ha aggiunto, ''le amministrazioni hanno creato team di negoziazione e ci siamo subito attivati per discutere questioni concrete su queste contraddizioni e abbiamo trovato una posizione sincronizzata".
Le autorità russe e quelle ucraine si sono scambiate 175 prigionieri ciascuno come concordato nel colloquio di ieri tra Putin e Trump. ''La liberazione di 175 dei nostri difensori dalla prigionia russa'' e il loro ritorno in patria rappresenta ''uno dei più grandi scambi di prigionieri di guerra'' ed è ''un risultato che porta speranza'', ha scritto Zelensky su 'X', dove ha ringraziato ''tutti i nostri partner, in particolare gli Emirati Arabi Uniti, per aver reso possibile lo scambio di oggi''. Zelensky ha ricordato che sono state rimpatriate anche altre 22 persone oltre allo scambio, ''tra loro ci sono combattenti gravemente feriti e coloro che la Russia ha perseguitato per crimini inventati. Tutti loro riceveranno immediatamente la necessaria assistenza medica e psicologica''.
Zelensky ha precisato che ''tornano a casa i nostri soldati, sergenti e ufficiali, combattenti per la nostra libertà nelle fila delle Forze armate, della Marina, della Guardia nazionale, delle Forze di difesa territoriale e del Servizio di guardia di frontiera. Hanno difeso l'Ucraina su vari fronti: a Mariupol, ad Azovstal, a Donetsk, Luhansk, Kherson, così come nelle regioni di Kharkiv, Mykolaiv, Zaporizhzhia, Sumy e Kursk''.
''Non può essere accettata'' la richiesta formulata ieri da Putin di interrompere gli aiuti militari esteri all'esercito dell'Ucraina. Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea Kaja Kallas. Il colloquio tra Putin e Trump dimostra che la Russia non è interessata a fare ''concessioni'' all'Ucraina, ha aggiunto. "Se si leggono i due passaggi chiave della conversazione telefonica, è chiaro che la Russia non vuole realmente fare alcun tipo di concessione", ha affermato il capo della politica estera della Ue.