
Il leader del Cremlino ribadisce: "Inaccettabile adesione di Kiev alla Nato, nessun veto su Ue. Russia minaccia per l'Europa? Non vogliamo attaccare nessuno"
"Esistono opzioni per garantire la sicurezza dell'Ucraina in caso di fine del conflitto" e "mi sembra che ci sia la possibilità di trovare un consenso su questo punto". Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin durante un incontro con il premier slovacco Robert Fico a Pechino.
''La Russia non vuole attaccare nessuno'', ha risposto il leader del Cremlino in merito alla minaccia che la Russia rappresenterebbe per l'Europa, con i timori che l'esercito di Mosca possa attaccare Paesi europei. Putin ha aggiunto che le affermazioni secondo cui la Russia avrebbe intenzione di attaccare altri Paesi europei sono "una provocazione o un segno di incompetenza".
Il presidente russo ha poi ribadito che ritiene ''inaccettabile'' l'ingresso dell'Ucraina nella Nato, mentre non si è mai opposto alla potenziale adesione di Kiev nell'Unione europea. Ed ha messo in chiaro che qualsiasi accordo per risolvere il conflitto in Ucraina non deve compromettere la sicurezza della Russia.
"Naturalmente, spetta all'Ucraina decidere come garantire la propria sicurezza. Ma questa sicurezza non può essere garantita a scapito della sicurezza di altri Paesi, in particolare della Federazione Russa", ha detto Putin.
Il Cremlino ha smentito che l’ipotesi di un dispiegamento di forze di pace cinesi in Ucraina sia stata affrontata nel vertice odierno tra Putin e Xi Jinping a Pechino. Lo riferisce l’agenzia statale Ria Novosti, citando l’assistente presidenziale russo Yuri Ushakov.
Nei giorni scorsi erano circolate indiscrezioni secondo cui il presidente statunitense Donald Trump avrebbe proposto il coinvolgimento di peacekeeper cinesi come parte delle discussioni su garanzie di sicurezza per porre fine al conflitto. Ushakov ha aggiunto che "sono previsti ulteriori incontri tra Mosca e Washington, a livello ministeriale, per proseguire i colloqui".
Secondo quanto sostiene l'agenzia di intelligence della Corea del sud, circa duemila soldati nordcoreani sarebbero morti a fianco dei militari russi nel combattere contro l'Ucraina. Ad aprile, il Servizio di intelligence di Seul aveva "dichiarato che il numero dei caduti in guerra era di almeno 600. Ma sulla base di valutazioni aggiornate, ora stima la cifra intorno ai duemila", ha dichiarato il deputato Lee Seong-kweun ai giornalisti dopo un briefing dell'agenzia di spionaggio.
L’Istituto per lo Studio della Guerra (Isw) contesta le affermazioni di Mosca sui successi militari in Ucraina e denuncia un aumento delle operazioni di disinformazione. Il capo di stato maggiore russo, Valery Gerasimov, aveva dichiarato sabato scorso che le forze russe avevano conquistato 3.500 km quadrati e 149 insediamenti dall’inizio di marzo. Secondo l’Isw, però, "le evidenze disponibili mostrano che i guadagni reali ammontano a circa 2.346 km quadrati e 130 insediamenti", risultati che restano "sproporzionatamente limitati e lenti rispetto alle elevate perdite subite".
Per compensare la mancanza di progressi sul campo, il Cremlino starebbe rafforzando la propaganda, accusando l’Europa di "prolungare la guerra", minacciando l’uso di armi nucleari e sostenendo che una vittoria russa sia inevitabile.