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Ucraina, Musk ha partecipato a telefonata tra Trump e Zelensky: il retroscena

La rivelazione di Axios confermata da un alto funzionario ucraino.

Zelensky, trump e Musk
Zelensky, trump e Musk
08 novembre 2024 | 19.55
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La telefonata di mercoledì tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky ha riservato due sorprese: in linea c'era anche il ceo di Tesla e X Elon Musk ed il leader ucraino è stato in qualche modo rassicurato dal presidente eletto. Lo ha rivelato Axios e lo ha confermato alla Afp un alto funzionario ucraino. Secondo il sito, la notizia indica innanzitutto quanto sarà influente Musk nella seconda Amministrazione Trump, ma alimenta anche i dubbi sull'approccio che il presidente eletto avrà riguardo la guerra in Ucraina, che molti ritengono maggiormente incline verso le posizioni di Mosca.

La telefonata è durata circa 25 minuti. Secondo le fonti, dopo che Zelensky si è congratulato con Trump, il presidente eletto ha affermato che sosterrà l'Ucraina, ma non è entrato nei dettagli. Una delle due fonti ha precisato che Zelensky ha ritenuto positivo il fatto che la chiamata sia avvenuta così presto dopo la vittoria elettorale. Per il presidente ucraino la telefonata è andata bene, mentre Musk - dal canto suo - è intervenuto per annunciare che continuerà a sostenere l'Ucraina tramite i suoi satelliti Starlink.

"Molti funzionari Kiev speravano in vittoria Trump"

Intanto secondo quanto rivela l'Economist, "molti funzionari ucraini di alto livello" speravano nella vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali. Nonostante i timori per possibili tagli agli aiuti militari, una parte dell'establishment ucraino riterrebbe la vittoria dei repubblicani meno drammatica di quello che si potrebbe immaginare, afferma un articolo suggerendo un'interpretazione diversa del voto americano da parte di Kiev.

Il motivo è presto detto. In molti nella capitale ucraina, riferisce l'Economist, si erano stancati dei frequenti proclami di forte sostegno da parte di Joe Biden non accompagnati dai fatti. Il presidente, ad esempio, si è sempre rifiuto di consentire agli ucraini di usare missili a lungo raggio per colpire in profondità la Russia e non è riuscito a evitare forti ritardi nelle forniture militari. "Di fronte alla scelta tra la sopravvivenza o un presidente imprevedibile che avrebbe fatto a pezzi le regole e quasi certamente tagliato gli aiuti, erano pronti a rischiare", sostiene il settimanale.

Riuscirà l'ambientalista Musk a influenzare politiche Trump sul clima?

Altro tema quello del cambiamento climatico. Ad affrontarlo è il New York Times che si chiede se il 'super pro-clima' Elon Musk riuscirà a convincere Donald Trump a ritrattare le sue posizioni su ambiente e riscaldamento globale. Il quotidiano ha provato ad approfondire l'argomento scavando nelle dichiarazioni passate dell'uomo più ricco del mondo e fondatore di Tesla e SpaceX, tra i più grandi sostenitori e finanziatori della campagna elettorale che ha portato il tycoon alla Casa Bianca.

Da quando ha incassato il sostegno di Musk, Trump ha notevolmente ammorbidito la sua retorica sui veicoli elettrici. “Parlo continuamente di veicoli elettrici, ma non voglio dire che sono contro. Sono assolutamente a favore - aveva dichiarato il tycoon durante la campagna - Li ho guidati e sono incredibili, ma non sono per tutti”. Musk si è preso il merito per l'apparente dietrofront di Trump, dichiarando agli azionisti di Tesla di saper “essere persuasivo”. Riferendosi a Trump, ha detto: “Molti dei suoi amici ora hanno una Tesla e la adorano tutti. Ed è un grande fan del Cybertruck. Quindi penso che questi possano essere fattori che contribuiscono”.

Ora Musk, che ha trascorso la notte delle elezioni nella residenza di Trump a Mar-a-Lago e ha posato per una foto di gruppo con la famiglia del presidente eletto, dovrebbe avere una linea diretta con la Casa Bianca nei prossimi mesi. Le aziende di Musk, tra cui Tesla e SpaceX, guadagnano già miliardi grazie ai contratti governativi e alle politiche federali, e si prevede che Musk cercherà di ottenere ulteriori vantaggi per le sue imprese. Ma se la sua persuasione possa estendersi ad altri ambiti, come le questioni climatiche, resta da vedere. “È una domanda reale - ha detto Paul Bledsoe, docente del Centro per la politica ambientale dell'American University - Musk difende solo gli interessi di Tesla e SpaceX? È solo un lobbista interessato a se stesso? Oppure cerca di influenzare Trump affinché riconosca che, come questione economica, l'energia pulita è un'enorme opportunità per gli Stati Uniti di superare la Cina?”.

Le opinioni di Trump su riscaldamento globale ("una bufala") e politiche energetiche non sono un mistero. Dall'altra parte, in una biografia pubblicata l'anno scorso da Walter Isaacson, Musk viene descritto come uno studente universitario che si è interessato all'energia solare e ai veicoli elettrici perché preoccupato dai pericoli del riscaldamento globale e dalla prospettiva che il mondo finisca i combustibili fossili. Tesla vende pannelli solari e batterie che possono fornire energia di riserva alle case o aiutare a bilanciare l'energia eolica e solare sulla rete. Attualmente, le batterie di accumulo rappresentano circa il 10% del fatturato di Tesla.

In passato, Musk è stato apertamente in disaccordo con Trump sulle questioni climatiche. Nel 2017, quando il tycoon annunciò che gli Stati Uniti si sarebbero ritirati dall'accordo di Parigi sul clima, il miliardario si dimise per protesta da due consigli presidenziali. In una conversazione tra i due trasmessa su X ad agosto, Musk si era rivolto a Trump: “Penso che il solare sarà la maggior parte della produzione di energia sulla Terra in futuro”, aggiungendo di sostenere l'energia nucleare, che non produce gas serra e che Trump ha talvolta appoggiato. “La produzione di elettricità nucleare è sottovalutata - aveva spiegato Musk durante la chiacchierata - La gente ha questa paura della generazione di elettricità nucleare, ma in realtà è una delle forme di generazione più sicure”.

Musk aveva comunque ammesso di non avere fretta nel fermare il riscaldamento globale: “Abbiamo ancora un bel po' di tempo, non dobbiamo affrettarci - le sue parole - Se, non so, tra 50 o 100 anni, saremo per lo più sostenibili, penso che probabilmente andrà bene”. Nella chiacchierata aveva infine suggerito cautela nello stop all'utilizzo di combustibili fossili: “Se dovessimo smettere di usare il petrolio e il gas in questo momento, moriremmo tutti di fame e l'economia crollerebbe. Quindi non credo sia giusto diffamare l'industria del petrolio e del gas”.

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