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Israele, da Hamas la lista degli ostaggi che saranno liberati domani

In base all'accordo dovrebbero essere liberati tre prigionieri tra cui la cittadina israelo-tedesca Arbel Yehud. Hamas accusa: "Ritardi negli aiuti". E' la prima visita di un funzionario del governo americano nella Striscia in almeno 15 anni. La promessa Usa a Israele: nessuna ricostruzione nel Nord di Gaza fino a garanzie sicurezza su zona cuscinetto

Corridoio Netzarim  - Afp
Corridoio Netzarim - Afp
29 gennaio 2025 | 15.36
LETTURA: 4 minuti

Israele ha ricevuto oggi, 29 gennaio, la lista con i nomi degli ostaggi che saranno rilasciati domani dalla Striscia di Gaza. Lo ha reso noto l'ufficio del premier Benjamim Netanyahu spiegando che ulteriori dettagli saranno diffusi dopo che le famiglie saranno state informate.

In base all'accordo tra Hamas e Israele, dovrebbero essere liberati tre ostaggi. Tra loro anche la cittadina israelo-tedesca Arbel Yehud, 29 anni, in mano alla Jihad islamica palestinese.

La donna, apparsa in un video di propaganda due giorni fa, doveva essere rilasciata nel primo scambio tra ostaggi e prigionieri palestinesi, ma all'ultimo minuto era stata sostituita con la israelo-britannica Emily Damari.

Domani rilasciati anche 5 ostaggi thailandesi

E domani potrebbero essere rilasciati anche cinque ostaggi thailandesi insieme ai tre israeliani, riferisce l'emittente israeliana Canale 12.

Altolà di Hamas: "Ritardi aiuti a Gaza avranno effetti su rilascio ostaggi"

Tuttavia Hamas mette in guardia Israele che, denunciano i palestinesi, sta ritardando la fornitura di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e ciò, in quanto contrario all'accordo sul cessate il fuoco, potrebbe avere ripercussioni sul rilascio degli ostaggi. E' quanto sostengono fonti di Hamas interpellate dall'Afp alla vigilia di un nuovo scambio di prigionieri tra lo Stato ebraico e la fazione palestinese.

"Avvertiamo che i continui ritardi e il mancato rispetto di questi punti avranno effetti sul naturale svolgimento dell'accordo, compresi gli scambi di prigionieri", ha affermato un esponente di Hamas. Un altro dirigente del gruppo, che ha voluto mantenere l'anonimato, ha affermato che il movimento palestinese ha chiesto l'intervento dei mediatori.

La replica di Israele: "Fake news"

Israele ha però respinto le accuse di Hamas. "E' totalmente una fake news", ha dichiarato all'Afp un portavoce del Cogat, l'agenzia del ministero della Difesa israeliano che supervisiona gli affari civili nei Territori palestinesi.

Inviato Trump visita il Corridoio Netzarim a Gaza

Intanto oggi l'inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, si è recato al Corridoio Netzarim che divide a metà la Striscia di Gaza, insieme al ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer, ha riferito su X il giornalista di Axios Barak Ravid, precisando che si tratta della prima visita di un funzionario del governo americano a Gaza in almeno 15 anni.

Witkoff intanto avrebbe promesso al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che gli Stati Uniti non avvieranno i lavori di ricostruzione del nord della Striscia di Gaza fino a quando non sarà garantita la sicurezza della zona di cuscinetto, e quindi degli israeliani che vivono vicino al confine. Lo scrive il giornale del Qatar Al-Araby Al Jadeed che cita un piano elaborato dagli Stati Uniti e dai Paesi del Golfo per impedire il ripetersi di un attacco simile a quello del 7 ottobre del 2023.

Secondo il piano Washington vorrebbe ritardare la ricostruzione nel nord della Striscia di Gaza per rendere l'area inabitabile a lungo e promuovere così la proposta di Trump di trasferire 1,5 milioni di palestinesi in Giordania e in Egitto. Secondo l'accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas, la ricostruzione del nord della Striscia di Gaza dovrebbe iniziare nella terza e ultima fase.

Primo colloquio tra Hegseth e Katz

Intanto oggi il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, avrà un colloquio oggi con il segretario alla Difesa americano, Pete Hegseth, riferisce ancora Ravid sottolineando che sarà il primo colloquio tra i due. Hehseth aveva già parlato con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, all'inizio di questa settimana.

Netanyahu incontrerà Trump martedì

Mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu partirà domenica per Washington per incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e tornerà in Israele giovedì. Secondo quanto comunicato dal suo ufficio, il premier decollerà dall'aeroporto Ben Gurion domenica mattina, incontrerà Trump alla Casa Bianca martedì e ripartirà da Washington giovedì. L'ufficio del primo ministro non fornisce dettagli su altri incontri pianificati per il viaggio di cinque giorni e afferma che il programma è soggetto a modifiche.

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