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Dazi, Colavita: "Vino e pomodoro soffriranno, ma su olio e pasta impatto minimo"

L'amministratore delegato di Colavita Usa: "Da comprendere come cambieranno scelte consumatori americani in 'crisis mode'"

Dazi, Colavita:
08 aprile 2025 | 15.32
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"Non mi aspettavo dazi di quest’entità, ma ci sono distinzioni da fare". Giovanni Colavita, amministratore delegato di Colavita Usa e membro della National Italian American Foundation (Niaf), commenta così all’Adnkronos la decisione dell’amministrazione Trump di imporre dazi del 20% sulle merci europee. Una misura che, spiega, avrà un impatto molto diverso a seconda delle categorie merceologiche.

"È difficile comprendere come cambierà il potere d’acquisto dei consumatori americani ora che entrano in 'crisis mode' – osserva – Una condizione che potrebbe colpire non tanto il comparto alimentare in generale, quanto soprattutto il lusso, visto che anche chi può permettersi spese maggiori in crisi precedenti a ridotto i consumi".

A soffrire, secondo Colavita, saranno soprattutto due categorie: "Il vino e i prodotti freschi. Per i vini italiani nella fascia da 15 a 50 dollari a bottiglia sarà un duro colpo. Già penalizzati dalle politiche di riduzione del consumo di alcol, ora risentiranno anche del confronto con i vini locali, che non subiscono dazi e sono sempre più competitivi". Quanto agli altri prodotti, "il pomodoro è tra quelli che soffrirà di più. Negli Usa la produzione locale è in crescita e riesce a essere molto competitiva sul prezzo, mettendo in chiaro svantaggio i pomodori europei".

Diversa la situazione per altri pilastri dell’agroalimentare italiano. "Credo che su olio e pasta l’effetto dei dazi sarà minimo e affatto dirompente – afferma Colavita – L’olio d’oliva è favorito anche da una forte campagna in corso contro il consumo di oli di semi. Negli Stati Uniti si prevede una grande crescita del consumo di olio d’oliva, anche se controbilanciata dall’effetto dei dazi. Ma questo dovrebbe comunque garantire stabilità complessiva".

Da non escludere una possibile esenzione dai dazi all’orizzonte. "L’olio sfuso, ad esempio, non è stato esentato, questo avrebbe dato un vantaggio agli imbottigliatori americani, ma ha effettivamente poco senso mantenerne la tassazione. È probabile che, vista la dipendenza dell’America dall’import, l’olio imbottigliato possa essere escluso". Anche la pasta, secondo Colavita, non dovrebbe subire contraccolpi: "Negli Usa manca la capacità produttiva necessaria e nei momenti di crisi aumentano i consumi di beni di prima necessità economici come pasta e riso".

Sul piano competitivo, fuori dall’Unione Europea ci sono Paesi pronti ad approfittare della nuova situazione. Ma Colavita ridimensiona i timori: "Il marchio conta. La Turchia ha un grande potenziale d’export quest’anno, ma non ha una presenza rilevante sul mercato americano e non possiede le qualità necessarie per conquistare posizioni. Non mi preoccupano. Gli scaffali dei supermercati americani sono 'controllati' dalle aziende italiane e californiane. E non credo che questo cambierà presto".

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