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Blackout, italiana in Portogallo: "Vissuto un incubo, lasciati soli, ripartiamo se sicuri"

Annalisa Maesti Santanocito: "In aeroporto situazione apocalittica senza nessuna informazione, ci hanno aiutato solo i tassisti facendoci ricaricare i cellulari"

Un'immagine delle file all'aeroporto della città di Porto durante il blackout (foto Annalisa Maesti Santanocito)
Un'immagine delle file all'aeroporto della città di Porto durante il blackout (foto Annalisa Maesti Santanocito)
29 aprile 2025 | 16.40
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"Immagini apocalittiche e devastanti, un fermo immagine da incubo pensando soprattutto a quante famiglie popolavano l'aeroporto con bambini piccoli senza desk che potessero dare informazioni, ancora adesso siamo nell'incertezza assoluta di ciò che è accaduto". Annalisa Maesti Santanocito, professionista in un'agenzia di assicurazione di Roma, parla all'Adnkronos dalla città di Porto. Era in vacanza in Portogallo con il marito Marco e il figlio adolescente Francesco e una coppia di amici quando sulla via del ritorno dall'aeroporto c'è stato il maxi blackout.

Annalisa Maesti Santanocito racconta le difficoltà di quei primi momenti, soprattutto l'incredulità di fronte a quello che stava accadendo. "Una folla umana si era riversata all'aeroporto Francisco Ca Carneiro, le partenze erano state annullate, le carte di credito non funzionavano, i bar presi d'assalto vendevano solo acqua e le uniche farmacie presenti all'aeroporto erano chiuse - aggiunge -. Ma quello che mi ha impressionato è stata la mancanza assoluta di desk di informazioni, non c'era nessuno che poteva dare comunicazioni utili ai passeggeri con file lunghissime che si ingrossavano di ora in ora. Solo i tassisti sono stati veramente gentili, ci sono venuti incontro mettendoci a disposizione le auto per ricaricare i cellulari".

Voli cancellati dunque e interminabili file d'attesa per il ritorno. "Siamo stati costretti a rimandare il nostro ritorno a Roma - prosegue la turista romana - Saremo a Porto fino al 2 maggio. Tra l'altro anche in Portogallo sono giornate di 'ponti' e di festa e gli alberghi sono già prenotati da tempo. Ci spostiamo con le nostre valigie da un hotel all'altro. Quanto al nostro ritorno in Italia - riferisce - abbiamo preferito evitare di metterci in fila, come hanno fatto altri passeggeri, per partire con i primi voli disponibili perché, siccome il blackout ha riguardato anche tutti i dispositivi elettronici che servono a identificare i viaggiatori e il loro bagaglio, non vogliamo rischiare ulteriormente. Anche in quelle terribili ore, a mio avviso, è continuata a mancare la sicurezza necessaria".

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