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Barnier, chi è il nuovo premier francese che si sente "patriota ed europeo"

Il 73enne originario di La Tronche, nell'Isère, è il più anziano premier nominato in Francia

Michel Barnier - Fotogramma
Michel Barnier - Fotogramma
05 settembre 2024 | 16.35
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Il nuovo premier francese, Michel Barnier, viene da una lunga carriera politica in Francia, dove negli anni, con governi diversi e diversi presidenti ha assunto numerosi incarichi ministeriali. Ma è all'interno delle istituzioni comunitarie e in particolare in qualità di 'Monsieur Brexit' che si è imposto come personalità politica di primo piano, riuscendo a dipanare una matassa che sembrava inestricabile.

Ministro dell'Ambiente con Mitterrand (1993), titolare degli Affari europei (1995) e degli Esteri (2004) con Chirac, il 73enne originario di La Tronche, nell'Isère, dove è nato il 9 gennaio 1951 - il più anziano premier nominato in Francia, che succede al più giovane - è stato anche ministro di Sarkozy, al dicastero dell'Agricoltura e della Pesca (2007). Una carriera che lo ha visto in giovane età conseguire il primato di più giovane deputato eletto in Francia, nel 1978, un primato che ha mantenuto per circa due decenni.

Gollista convinto, fortemente europeista - "ho sempre pensato che si potesse essere al tempo stesso patriota ed europeo", ama ripetere - nel 1999 viene nominato a Bruxelles commissario Europeo alle Politiche regionali, nel 2010 al Mercato interno e ai servizi. Nel 2016 infine riceve l'incarico a negoziare la Brexit. Grande lavoratore, giudicato molto serio nel suo impegno, viene descritto come un uomo di energia, il cui segreto consiste nella pratica sportiva quotidiana e in un'alimentazione sana. Poco incline alla mediaticità - "L'uomo invisibile della politica francese", lo descrive Laurent Fabius, suo rivale al Quai D'Orsay - spiega di preferire l'"essere efficace all'essere mediatico".

Sulla Brexit, la parola d'ordine è stata non lasciar trasparire "né emozione né passione" e garantire trasparenza, con rendiconti continui agli stati membri sull'andamento dei negoziati. "Barnier è un gentleman, ma un gentleman coriaceo", commentava Boris Johnson parlando della sua fermezza nelle trattative. Se il suo metodo è oggetto di elogi da parte di chi gli sta accanto, Oltremanica i giudizi sul suo conto non sono stati altrettanto lusinghieri, già in qualità di Commissario agli Affari Interni: "L'uomo più pericoloso d'Europa" lo definivano alcuni media britannici.

Nel 2021 l'esponente dei Les Républicains tenta la fortuna nelle primarie repubblicane per le elezioni presidenziali del 2022, un tentativo che lo vede assumere posizioni più ferme sull'immigrazione e sulla sovranità, con una svolta a destra che confonde alcuni dei suoi sostenitori storici. Per finire, non riesce a spuntarla su Valérie Pecresse. A qualche anno di distanza, è pronto a riprendere il suo posto sulla scena nazionale.

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