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Comunicato stampa

Massimo Cecchi, Sceb. Ernia inguinale: dall’importanza dei sintomi alla chirurgia robotica

Dott. Cecchi
Dott. Cecchi
27 gennaio 2025 | 11.30
LETTURA: 2 minuti

Lo specialista in Chirurgia Generale, Urologia e Andrologia opera a Lecce in uno dei centri di eccellenza nel settore: “Operiamo con tecniche all’avanguardia, applicando soluzioni mini invasive. Fondamentale, però, è la diagnosi precoce”

Lecce, 27 gennaio 2025.L’ernia inguinale è un problema estremamente diffuso nel mondo. In Italia sono quasi 200mila le persone che ne soffrono, con diagnosi che coinvolgono nel 90% dei casi la popolazione maschile. Ma quali sono le cause di questa problematica?

«In primo luogo c’è una debolezza della parete addominale, congenita o legata a sforzi e attività lavorativa – spiega il dottor Massimo Cecchi, specialista in Chirurgia Generale, Urologia e Andrologia – L’ernia spesso è asintomatica, si manifesta con un semplice gonfiore al livello dell’inguine o un dolore durante semplici attività quotidiane. In entrambi i casi, si tratta di sintomi da non sottovalutare».

Cosa fare, dunque, in caso di dolore o gonfiore?

«È importante rivolgersi subito a uno specialista in Chirurgia Generale – risponde Cecchi – Specialisti di altri campi possono interpretare i sintomi ipotizzando altre patologie. In altri casi i diretti interessati sottovalutato i sintomi. Tutto questo rende frequente una diagnosi tardiva dell’ernia inguinale, con persone che arrivano a convivere mesi, se non anni, con dolori o gonfiori inguinali, mentre è fondamentale avere una diagnosi il più precoce possibile, per poter riparare un’ernia di dimensioni più piccole».

Il tutto per prevenire complicanze successive che, in molti casi, portano alla necessità dell’intervento chirurgico. Aspetto, quest’ultimo, nel quale sono stati introdotti nuovi strumenti e tecniche:

«Le vecchie plastiche erniarie avevano un’altissima percentuale di recidiva. Con l’introduzione delle reti sintetiche tale problema è stato eliminato, aumentando, però, la possibilità di infezione o di rigetto del materiale protesico esterno. Le ultime tecniche hanno eliminato questo tipo di utilizzo. Si cerca di ricostruire la parete addominale utilizzando la fascia muscolare del paziente. Si tratta di tecniche nuovissime che non tutti i chirurghi utilizzano».

È dunque necessario rivolgersi a centri specializzati. Centri come Sceb, realtà del Salento diventata un’eccellenza negli interventi all’ernia inguinale proprio grazie a un personale specializzato e tecniche all’avanguardia.

«La riparazione dell’ernia è un intervento che ormai eseguiamo in anestesia locale in regime di day surgery – spiega Cecchi – Utilizziamo tecniche mini invasive che permettono al paziente la ripresa immediata della sua attività lavorativa. Nei casi più complessi, invece, utilizziamo la tecnica laparoscopia robotica. Grazie strumenti come il Robot Da Vinci, riusciamo a intervenire in situazioni complesse, assicurando al paziente gli stessi effetti e vantaggi della modalità mini invasiva».

Innovazione, esperienza, affidabilità. Tutti elementi alla base di centri come Sceb, punti di riferimento per chi cerca specialisti capaci non solo di curare problemi, ma di farlo grazie a un aggiornamento costante che mette al centro il benessere della persona.

www.sceb.it

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