9 maggio 2024. L’economia sociale, gli enti del Terzo Settore e la collaborazione tra questi e le amministrazioni locali saranno tra i temi del primo Festival Regionale dell’Economia Civile, che si terrà a Rieti dal 16 al 18 maggio prossimi. Si tratta di una tappa del percorso di avvicinamento al Festival Nazionale dell’Economia Civile 2024, promossa da Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) e da Confcooperative, organizzata e progettata con NeXt (Nuova Economia per Tutti), con la collaborazione di SEC (Scuola di Economia Civile) e il contributo di Fondosviluppo e realizzata grazie all'impegno di Campagna Sabina.
Vanessa Pallucchi (portavoce Forum Terzo Settore) sarà tra i protagonisti del Festival Regionale dell’Economia Civile di Rieti, nel corso del quale interverrà per parlare di action plan europeo sull’economia sociale e il conseguente collegamento con l’economia civile.
«È importante sottolineare – ha precisato Pallucchi – che quando parliamo di economia sociale ci riferiamo a un modello di sviluppo, attivo in Italia e in Europa già da alcune decine di anni, che può essere concretizzato in qualsiasi contesto e in qualsiasi ambito di attività. Il Terzo settore è tra i principali protagonisti dell’economia sociale, portandone avanti i principi di inclusione, partecipazione e sostenibilità che ne sono alla base, ma il modello può - e a nostro avviso dovrebbe - essere replicato, valorizzato e diffuso molto di più. Gli strumenti dell’amministrazione condivisa introdotti con il Codice del Terzo Settore, ovvero la co-progettazione e la co-programmazione, offrono una nuova e molto valida opportunità per realizzare l’economia sociale aprendo nuove strade di collaborazione tra enti pubblici e Terzo settore». Un collegamento diretto, quindi, con l’economia civile, che estende i principi dell’economia sociale non solo agli operatori del Terzo Settore, ma anche al resto delle imprese.
Approfondendo il tema dell’amministrazione condivisa, la portavoce del Forum Terzo Settore ha spiegato: «Se finora ha prevalso il sistema dei bandi, improntato sulla competizione, l’amministrazione condivisa si fonda sul principio della collaborazione tra una pluralità di soggetti diversi, pubblici e privati, che condividono però lo stesso obiettivo: realizzare attività mettendo al centro il benessere delle persone e delle comunità, non il perseguimento del profitto personale. Co-programmare e co-progettare vuol dire far sì che visioni e competenze differenti si integrino per dare la migliore risposta possibile ai bisogni dei cittadini e ai loro diritti negati. Questa modalità di operare, che attua il principio della partecipazione, appare quindi anche la più adeguata, la più coerente con i principi dell’economia sociale».
Pallucchi ha poi specificato che la collaborazione tra enti del Terzo settore, amministrazioni locali e altri soggetti del territorio «è in grado di dare un grande contributo in termini di sviluppo in tutti gli ambiti in cui è attivo il Terzo settore: dall’agricoltura sociale fino ai servizi bancari passando per l’assistenza agli anziani e il contrasto alla dispersione scolastica, le attività culturali o sportive. Non esiste, in altre parole, un perimetro limitato entro cui l’economia sociale possa operare e l’amministrazione condivisa può essere un ulteriore volano di crescita. Sicuramente, però, vanno affinate e migliorate le modalità con cui la si realizza, in modo da renderla sempre più diffusa e più efficace».
La portavoce del Forum Terzo Settore si è poi soffermata sulle norme che hanno introdotto l’amministrazione condivisa: «Sono relativamente recenti e c’è bisogno di tempo affinché Terzo settore, Pubbliche amministrazioni e soggetti del territorio ne comprendano appieno le potenzialità e gli effetti positivi. Ma c’è anche un vero e proprio salto di tipo culturale da compiere, a partire dal principio della sussidiarietà introdotto in Costituzione: comprendere a fondo che l’azione del Terzo settore non deve essere né sostitutiva né alternativa a quella della Pubblica amministrazione, così come quest’ultima non è l’unico soggetto deputato a ideare e realizzare le politiche pubbliche sui territori. Ce lo dice il nuovo Codice del Terzo Settore e anche l'importante sentenza della Corte costituzionale n.131 del 2000. Dunque ogni volta che si riescono a creare spazi di collaborazione, c’è la possibilità di realizzare un modello di sviluppo partecipato, che prenda il via dalle peculiarità dei territori e dalle esigenze specifiche delle singole comunità, per offrire risposte e soluzioni positive – ha concluso – dal punto di vista sia sociale che economico».