L’imprenditore e scrittore toscano, dopo il suo esordio con Extralunare, pubblica per Pav Edizioni una storia dai risvolti danteschi: “Porto il lettore nel Purgatorio, dove una giostra diventa inquietante strumento di purificazione”
Pontedera, 27/01/2025. Nonostante le statistiche parlino di lettori in calo, in Italia c’è un trend in controtendenza che tiene vivo il mercato nazionale, ed è quello che riguarda il fantasy e l’horror, le cui storie collezionano da sempre affezionati e fedelissimi dei due generi. Il tutto anche grazie alla penna di autori nostrani che, a partire dai loro esordi, si stanno distinguendo nel panorama letterario con opere che uniscono suggestioni storiche e originalità narrativa. Fra questi, spicca il toscano Gabriele Feron, autore de Il giostraio dell’inferno. Il giorno del giudizio (Pav Edizioni, ottobre 2024).
«Si tratta di romanzo horror – spiega l’autore – un genere al quale lavoro da più di dieci anni», come testimoniano i suoi racconti pubblicati in numerose antologie.
«Il passaggio dal racconto al romanzo non è mai immediato, anzi, non è detto che ci sia. Dal mio punto di vista, si trattava di un progetto che avevo in mente da anni e che naturalmente ha richiesto un lungo periodo di studio».
Ed è proprio lo studio a caratterizzare il metodo di lavoro di Feron, il quale, dopo il suo esordio col romanzo Extralunare, dimostra con Il giostraio dell’inferno di essere uno scrittore attento e certosino nella composizione di trame e vicende.
«L’idea centrale del romanzo è nata dalla figura del giustiziere, sviluppata grazie a diverse ricerche sulla rappresentazione del male nel Cristianesimo».
È in questo modo che si è sviluppata la figura del protagonista, un anziano segnato da una vita di sofferenze e ingiustizie al quale due demoni gli offrono una possibilità: ripulire il mondo dalle persone malvagie. Una proposta che porterà il protagonista in un Purgatorio dantesco, nel quale spiccherà una terribile giostra purificatrice.
«In questo romanzo il lettore troverà molti riferimenti storici, religiosi e letterari – spiega Feron – Ma anche una tacita riflessione sull’essere umano, sui suoi valori e su come questi condizionino le scelte di ognuno di noi».
Il risultato è una narrazione che, pur basandosi su elementi di ricerca, mantiene un’impronta originale, capace di arrivare con forza al lettore, il cui giudizio, precisa l’autore, resta sempre il più prezioso:
«È per questo che i momenti più stimolanti sono gli incontri con loro, soprattutto in fiere di settore come Più Libri Più Liberi di Roma, dove ho avuto modo di presentare Il giostraio dell’inferno a tantissime persone, lettori alla continua ricerca di nuove storie».
Proprio come quella di Gabriele Feron, che di trame nel cassetto potrebbe averne ancora delle altre.
«Chi lo sa – sorride – La scrittura mi ha insegnato che ogni personaggio ha il suo tempo».
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